Eugenio Santoro
Il lavoro pittorico di Francesco Navacchi si sviluppa costantemente. Ha presentato ultimamente una serie di lavori pittorici in cui il paesaggio viene solo evocato da forme e motivi astratti.
E' come se ciascuna nuova serie emergesse da quella precedente trasformandone però forme e contenuti. Francesco Navacchi mi ha raccontato che il suo lavoro nasce dalla frantumazione delle immagini . Le immagini vengono riunite in maniera quasi inconscia e solo quando sembra affiorare una suggestione interessante per l'artista, una parte di queste immagini viene "lavorata" , tagliata e poi proposta allo spettatore. Il processo si articola attraverso un impulsivo accumulo di informazioni che solo nella sua fase finale viene "distillato" in opere finite. Riappropriandosi della tradizione surrealista, in cui le immagini devono sorgere automaticamente dall'inconscio, Navacchi si trova prigioniero di una dicotomia in cui il tentativo di definire razionalmente un flusso continuo di figure porta ad una serie di immagini. questi lavori, funzionano da spunti per l'opera finale che resta aperta ad ulteriori trasformazioni.
Il "collage" così nelle sue mani diventa un modo per comporre e non per scardinare la percezione dell'immagine della realtà, offrendoci delle possibili visioni del mondo, composte, anche su tela, dal collage di frammenti, sia pittorici che cartacei. Le sue opere si fruiscono lentamente attraverso una indagine visiva in cui l'occhio scorre sulla tela senza identificare alcuna prospettiva unitaria, né un unico punto di vista, ma deve comporre e smontare particolari astratti in cui riconosce dettagli figurativi, Questo procedimento è anche il modo per sfuggire a una certa autoreferenzialità tipica di molta pittura contemporanea. A differenza di molti giovani pittori, che lasciano tutte le loro opere untitled, Francesco elabora complessi titoli e descrizioni, lunghi e narrativi, la cui natura sottilmente inquietante attiva i lavori ne trasforma la lettura, connotandoli figurativamente.
Le opere di Francesco Navacchi si strutturano come contemporanee "velature pittoriche" in cui ogni strato segna silenziosamente il passare del tempo, quello tecnico della creazione del lavoro, quello mentale della sua trasformazione, marcando metaforicamente la genesi di una bidimensionalità capace di schiudersi in universo simbolico. Sintomatici gli spazi racchiusi nei quadri più recenti, che evocano visioni frammentarie di giardini, si strutturano infatti, per sovrapposizioni di campi in cui diverse profondità mettono in discussione l'idea di un quadro come finestra sul mondo e trasformano le opere in una sorta di filtri tra la nostra percezione del mondo e i ricordi che ne serbiamo
Guardare le opere di Francesco è come cercare di mettere a fuoco molteplici oggetti contemporaneamente o forse, come guardare il mondo con tre o quattro paia di occhi. E' come se riuscisse ad usare la pittura per raccontare il mondo, ma contemporaneamente, attraverso i materiali con cui lavora, manifestasse l'urgente bisogno di cancellare e nascondere le immagini che ha scelto e creato.