Mara Ferloni
FULVIO MASCIANGIOLI – VIVERE PER L’ARTE
L’ampio panorama delle opere di Fulvio Masciangioli, offre l’occasione di verificare quanto la fantasia e la razionalità possano fondersi in una sinfonia vitale e quanto la contemplazione di forme, colori e segni apra all’uomo il varco verso l’Infinito. Fulvio Masciangioli nella sua carriera di artista con maestri come Oppo, Ziveri, Consolazione e Fazzini, poi come insegnante, titolare della Cattedra di Restauro di Dipinti Antichi presso l’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie, con un appassionato lavoro costante e coerente di ricerca, sorretto da un particolare intuito e da profonda sensibilità, ha amalgamato la creatività e la tecnica acquisita sempre più nel tempo ed ha raccolto molte opere dando vita ad una stimolante visione di grande respiro qualitativo e quantitativo che “trascina” l’osservatore in una atmosfera che sa di mistero e di magica sospensione. Intensa energia unita alla notevole esperienza emana dalle tele nelle quali in un insieme di combinazione di forme, di cadenza nel colore, di dettagli, in uno spazio simbolico e atemporale, con perizia, colloca segni misteriosi, enigmatici, severe tracce che si trasformano in una metafora dell’intelletto. Il suo discorso pittorico filtrando le risonanze degli stati d’animo indica che, anche sul piano tecnico, riesce a raggiungere soluzioni molto avvincenti. Nelle varie tematiche che negli anni ha sviluppato, approfondito, sono riportate tutte le tensioni o i momenti magici del suo mondo interiore. Le composizioni, quasi sempre di grandi dimensioni, hanno il potere di seduzione dell’ordine matematico dello spazio ed ottengono il raffinato effetto di luoghi “metafisicamente” vuoti. Elemento costante nelle superfici dove la materia è sovrapposta, “l’apparenza” delle forme riporta l’eco di emozioni, tumulti interiori, registra con tonalità diverse od uguali, vibrazioni di un’anima “innamorata”, senza abbandoni, dell’arte. Le pennellate decise, trafitte da segni sottili, come in una cadenza musicale, trasmettono sensazioni di fisicità e di vuoto, sintesi formale e concettuale allo stesso tempo. Di grande rilievo sono le opere sulla Tetralogia di Richard Wagner, precursore del linguaggio moderno e, come il compositore tedesco, Masciangioli attraverso il colore, l’oro del reno, l’oro dei forzieri, il segno essenziale, la tecnica, l’armonia dell’insieme, raggiunge quella capacità di coinvolgere che solo i capolavori sanno dare. Suggestivi ed originali sono i dipinti di Danae, le grandi tele pieghevoli e fra tutte l’Albero della Vita, nelle quali la radice culturale trova lo strumento piu adatto a sviluppare i mutamenti della coscienza. L’intuizione improvvisa, “Insight” che è tema e titolo ripetuto di molti lavori è indice di quanto Masciangioli abbia una vera e propria esigenza di sviluppare nuove forme nell’arte e quindi è sempre presente, come in una continua e lunga lezione, la ricerca tra visualità e idea, un intreccio di arte e pensiero in un complesso gioco nel quale l’introspezione lascia tracce materiche. L’articolazione del colore, libero, in una gamma personale che va dai grigi perlati, marroni bruciati, rossi, neri, ai blu cangianti dei mari, sia che trattino le volte gotiche, monumentali studi di prospettiva, i mosaici laterali, la porta-finestra sul mondo, sull’infinito, sul nulla? o l’anfora formata dal profilo di due immagini femminili laterali che, ripetuto nel centro, le dona fascino e sinuosità. Sono quadri “abitati” soprattutto dal colore che confluisce e sembra disperdersi, in spazi aperti, nell’universo. Il Maestro ha esplorato e continua con passione ad esplorare tutti gli aspetti piu reconditi dell’arte e il suo percorso ha attraversato veramente tutto, studiando i movimenti, le correnti, gli stili della storia dell’arte, dai graffiti della preistoria al figurativo, al neo figurativo, alla pop-art, all’informale ed all’astratto, senza mai perdere di vista però la coerenza, la poetica e la sua personalità, perciò merita un ampio riconoscimento per la straordinaria concentrazione di creatività, intuizioni, cultura e pensiero. Le tematiche che nel tempo ha trattato nascondono un itinerario fatto di attese e di ritorni, ma sono diverse solo apparentemente perché ad una accurata osservazione non sfugge che c’è un filo unico che congiunge le une alle altre. I rossi triangoli dell’oro del Reno, i quadrati graffiati, le trasparenze corrose, le campiture che si differenziano, i segni sottili, la matericità dei vari strati di pioggia, di gocce pacate su sfondo marrone, si combinano tra forme ed atmosfere, diventano traccia, orma, in una continua contraddizione dialettica. I diversi colori o il monocromatismo del rosa, del nero, di bianchi argentati, velati, in un gioco di piani, di moduli ripetuti, di scomposizioni di bocche, se ad una distratta osservazione può sembrare di trovarsi in un mondo fermo, immobile, ci si accorge che tutto è in movimento, i graffi sono ferite dell’anima, anche il nero del caos, anche i punti gocciolanti, enigmatica e sempre presente firma, parlano il linguaggio a volte drammatico, a volte dolcemente poetico. I dipinti che raccontano la dedizione all’arte, la serietà, l’impegno amorevole, il sacrificio, di questo distinto signore d’altri tempi, Artista autentico senza inutili fragori, mi hanno affascinato e con commozione mi hanno riportato alla mente alcuni versi di una nota lirica di Antonio De Marco: “ Arte, nobile dama antica/vestita sempre a festa/con colori immortali/nella danza implacabile del tempo/.. Tu appartieni agli artisti/ agli artisti sinceri/gli eccelsi, i veri/messaggeri del Dio/ in un mondo immortale!...” Fulvio Masciangioli, in questa nostra epoca di grande confusione, di equivoci e non solo nell’arte, di poco sapere, di poche passioni, se non quelle effimere e materiali, va collocato per la raffinatezza, per l’eleganza costruttiva, per la concettualità di tutto il suo percorso pittorico nel giusto livello degno della storia della grande pittura.
Mara Ferloni
Roma 18 luglio 2011