F. Lucertini
Gabriele Donelli deve essere indubbiamente un personaggio suggestivo e carismatico. Dico " deve " poiché non lo conosco o, meglio, lo percepisco solo attraverso i suoi lavori ( che vedo oggi per la prima volta ) ed attraverso la sua autobiografia, che mi è giunta asettica attraverso un file pervenutomi via email , privo di ogni connotazione emotiva diretta. Credo che questo possa considerarsi un buon mezzo per esprimere il proprio giudizio neutro su un Artista privo di ogni inferenza empatica diretta : la personalità dell'Artista è importante, ma è l'opera che deve parlare prima di tutto. Questa è l'impressione di lui che mi sorge in fantasia alla mente di primo " acchito " leggendo i suoi lavori.
La pittura che vedo è morbida, delicata, fatta di tinte gentili e tenui, color pastello, come lui stesso scrive nella sua autopresentazione : " uso volentieri i pastelli, come se dovessi in qualche misura ritornare a quando ero ancora un bambino ".
La capacità di " ritornare bambino " e di vedere le cose con semplicità , con gli occhi di un bimbo e con il pensiero privo delle sovrastrutture di un adulto fa la differenza : concede di giungere all'essenziale con pochi tratti e poco colore senza dover utilizzare minuzioserie fotografiche nel racconto dell'immagine che vengono usate in altri stili di ritratto.
Ma attenzione : non si tratta, qui, di un giudizio su chi è più bravo rispetto ad altri che usano tecniche più definite e definenti : è semplicemente diverso. L'arte è sempre diversa e il costrutto di base da cui l'Artista parte conduce ad un evoluzione differente del tipo di espressione di un lavoro : si potranno avere opere basate su una tecnica a carboncino, altre su una tecnica ad acquerello, altre su una ricerca minuziosa e fotografica iper-realista della realtà, altre ancora fondate sulla disgregazione dell'immagine reale frammentata in parcellarità astratte esaltate e deformata da una lente plurifocale surreale o, come, in Gabriele Donelli altre in cui la mano del bambino coglie quella parte ( per lui ) essenziale vista, appunto, dal bambino e traccia il segno semplice con timido colore.
Grazie di avermi riportato con i tuoi lavori ad una parte della mia infanzia che era rimasta in fondo ad un polveroso cassetto della scrivania della mia mente e che è stata " spolverata " dagli anni passati emergendo ora in queste righe.
2012 F. Lucertini