GIUSEPPE MARTUCCI

 GAETANO MINALE

         PITTORE GEORGICO E MODERNO

                 La pittura di Gaetano Minale è lungi da manifestazioni artistiche di

    avanguardie: si presenta estremamente libera e di ordine spontaneo.

    Evita le complicazioni della ricerca cerebrale per affidarsi alla logica di un

    carattere espressivo genuino e sociale nel contempo. E' un messaggio umano.

    Il linguaggio del contdino abruzzese, nella cui primitiva filosofia di vita il

    pittore avverte l'essenzialità dei veri valori.

    Il rigore della sincerità anima tutta la sua proposta artistica: un figuratico in

    cui Minale concentra il proprio perchè; l'uomo alterna la crua meccanizzazione

    a valori insostituibili nella prassi evolutiva della sua vita: accetta la fine della

    possibilità creativa in cui identifica la migliore spiegazione di se stesso.

      Ed alla rigenerazione della coscienza si richiama tutta la problematica della

    sua opera pittorica; impressionismo, surrealismo, espressionismo, realismo,

    collaborano nel dare all'estetica quella sensibilizzazione di carica umana che

    vi è alla base di tutta la cultura contadina.

      Una soggettualità che presenta immagini di ulivi a invito di pace, muraccioli

    di contrade , fienili, campi, pagliai, case di contadini abbandonate in cui il

    pittore fa rivivere la tristezza dell'abbandomo.

      E, soprattutto nel giallo alterna i suoi toni; smagliante o freddo ne riferisce i

    momenti, gli stati d'animo. E così anche l'azzurro e il marrone, colore che il

    pittore più usa nella sua tavolozza, si spiegano in modo alterno. Piuttosto acre,

    ovviamente l'impasto, suggerito dalla particolare tematica.

      Nell'immagine grafica invece il pittore si presenta più libero , maggiormante

    vivo, meno angosciato nel delineare il simbolo; la linea spedita, impaziente con

    se stessa, tracria in tutta velocità.

    Il Minale della cultura contadina d'abruzzo ne ha fatto una scelta preferenziale

    per manifestare il suo desiderio di ritorno all'uomo, ed una identità di vita nella

    quale il lavoro esprima la gioia e non la repressione dei valori creativi.

                                                                      GIUSEPPE MARTUCCI