Carmelita Brunetti
Il processo creativo dell’opera di Gaetano Ligrani nell’arte"
Il “sentimento dello spirito” kantiano diventa, nelle opere di Ligrani, un “sentimento del tempo” così come lo è per uno dei più straordinari protagonisti dell’arte del XX secolo: Barnett Newman quando dichiarava l’estraneità della sua pittura dalle problematiche della manipolazione dello spazio e dell’immagine e vi contrapponeva la centralità dell’esperienza del tempo, della consapevolezza dell’esistere del tempo.
L’Arte astratta di Ligrani si basa non solo sull’emotività, ma si poggia solidamente sulla geometria e quindi sulla razionalità dove il tempo agisce sulla realtà e la svela in ogni istante ai nostri occhi!
Il lavoro di Ligrani fino ad oggi ha saputo rappresentare con lucida genialità la possibile commistione tra design, architettura e spirito artistico passando per la tradizione dell’astrattismo e del neocostruttivismo. Nelle sue opere la matematica e la geometria giocano un ruolo fondamentale perché generano dinamismo, forme e volumi e diventano un tipo di pittura astratta fortemente personale, grazie anche all’avvicinamento all’arte orientale, per la presenza di segni che sembrano geroglifici come “Al centro” realizzato nel 2006. Affascina ed intriga l’opera intitolata “Stella” sia per la tecnica sia per il significato esoterico che la stella racchiude in sé: infatti, nella maggior parte delle interpretazioni essa simboleggia l'infinitezza dell'esistente e le punte invece rappresentano i cinque elementi su cui si basano le leggi dell'universo.
Se la pittura ha sempre cercato di guardare l’esteriorità e l'interiorità, con i lavori di Gaetano Ligrani ci troviamo davanti allo studio dell'interiorità, in un equilibrio calibrato tra gestualità e precisione del gesto, infatti, attraverso i suoi “segni astratti” è possibile rintracciare una tendenza a riprodurre paesaggi in una particolare forma geometrica, schematica con cromie calde come nei “Paesaggi transgenici”, “Notte al chiaro di luna” e “Grumi di luce addomesticata” del 2006, ed altre tutte dense di pathos.
L’obiettivo comune dei pittori astrattisti è la ricerca dell’armonia: così è anche per Ligrani che pone al centro del suo interesse lo studio di alcuni procedimenti percettivi, in particolare i rapporti tra forma – colore – luce; poi si concentra sugli accordi visivi che si stabiliscono tra i colori e indaga sul ritmo compositivo per ottenere delle pittosculture di notevole impatto visivo dove non manca la simbologia e i segni ancestrali.
Grazie alla sua capacità creativa ha totale libertà di espressione, esterna la propria interiorità, sensibilità e spiritualità al pari dell’osservatore che davanti alle sue opere, quasi ipnotizzato dalla luce proveniente spesso dal centro dell’opera, è anch’esso libero di interpretarle.
L’Astrattismo geometrico di Ligrani esplora le possibilità che la scienza e la tecnica offrono nella formulazione dei nuovi processi creativi senza rinunciare all’unicità dell’opera. Il suo percorso iconografico presenta un linguaggio poetico molto personale, infatti è passato a una rappresentazione che tiene conto della commistione fra i due universi, quello dell’umano e del sovrumano, lasciando intuire l’esistenza di un infinito che esce dallo spazio e non solo dalla tela.
La sua produzione artistica tende ad intrigare l’astante perché si fa testimone di segreti del passato e dell’ enigmatica presenza del presente con opere che si offrono al nostro sguardo come materia che non parla, che non promette rivelazione alcuna e si dà nel suo stesso evento, ambigua e inquietante custode del proprio segreto.
Carmelita Brunetti