Mario Trufelli
I PAESAGGI DEL SILENZIO di Gaetano Ligrani (GALI)
In quali territori della fantasia si fermerà a dipingere, a disegnare, e magari anche a sognare Gaetano ligrani?
Nell'equilibrio tra chiari e scuri, tra cielo e terra, si deve ammirare nella sua pittura la scelta dell'ora e della luce con cui egli ci presenta le sue "visioni'.
Dipinge, anzi, evoca paesaggi nell'ora e sotto la luce che meglio gli sembrano adatte a rivelare il loro significato, il loro mistero, la loro gloria.
Ed è tutta luce inventata.
Ligrani è un poeta, è un paesista il quale pensa che una veduta sia più suggestiva nel sole pieno e un'altra sotto la luna e quell'altra al tramonto, o sotto un cielo tempestoso.
E in questa ricerca, grazie proprio alla sua sensibilità, difficilmente sbaglia.
Non descrive che le proprie emozioni e non perde mai di vista l'effetto finale del quadro che corrisponde sempre alla sua prima, genuina ispirazione.
E' un pittore figurativo? Diciamo pure di si, ma è anche un artista che va a cercare e a comporre le sue "icone" nel mondo della favola.
Ligrani non dipinge quel che vede ma quel che sente.
La pittura è per lui un mezzo di confessione sincera e se egli dipingesse lo stesso paesaggio, alla stessa ora, nella stessa luce, dallo stesso punto di vista, dipingerebbe forse un paesaggio diverso perché la natura a seconda dell'ora e della stagione, è varia così com'è mutevole l'uomo.
Tra atmosfere rarefatte con montagne piantate nell'azzurro, montagne blu o verdi o rosa - la figura umana è presente ma non invade mai la tela - spicca voli di lirismo quando si sente sicuro di se e dei suoi mezzi espressivi, perché ha ricercato soprattutto l'unità e l'armonia della luce.
In queste opere il desiderio ricorrente è quello di entrare nel sottosuolo delle cose e della natura, quando anche la natura è un pretesto per poter realizzare volumi e accostamenti di colori.
Ma in quale territorio della fantasia - ripeto - si fermerà a sognare Gaetano Ligrani? Un certo silenzio pervade i suoi paesaggi pensati e dipinti tra arie surreali e suggestioni metafisiche.
Non è Il caso di scomodare i maestri della pittura per cercare di rintracciare possibili matrici, riferimenti, o soltanto modelli.
Come tutti i lirici ha voglia di gridare, per farsi ascoltare, per farsi capire. Ma una volta o l'altra, per istinto o per proposito, il grido verrà, e sarà un grido liberatorio.
Mario Trufelli