Prof. Giuseppe Giannantonio
Nell?ormai affollatissimo panorama artistico, dove sono innumerevoli coloro che seguono correnti astruse e che cercano d?inventare, per distinguersi ad ogni costo, qualcosa di nuovo, confondendolo molto spesso con l?assurdo e lo stravagante. La pittura di Giancarlo Corizza, pur percorrendo la strada, solo apparentemente facile della tradizione, aliena da appariscenti mode e da vocianti avanguardie, non urla la finta disperazione di chi perennemente posa a vittima né denuncia pseudo anomalie sociali; non si tormenta tra le secche di chi è inguaribile sognatore né singhiozza per una presunta demenza umana;non fa neppure proclami di ingenue panacee né tantomeno ama le provocazioni di formule vuote, è invece semplice e riservata nel suo taglio tipicamente figurativo, lineare e rispettosa nella proposizione della tematica, e soprattutto estremamente sincera nella sua espressione, che è scevra da contorcimenti formali e, a volte, disarmante per immediatezza.
E? un mondo reale e vero quello che si specchia nelle sue tele; è il mondo del quotidiano che vi si rappresenta, con i suoi luoghi familiari, le sue immagini di sempre, i suoi oggetti ordinari, riscoperti e riconsiderati nella loro genuinità. Corizza è un pittore che vede e vuol far vedere, invitando alla riappropriazione del mondo circostante, anzi del proprio ambiente geo-sociale. E lo fa con una carica emotiva tale da imprimere alla sua arte la forza catalizzante di un gusto che sta a segnare le sue stesse caratteristiche compositive.
Egli lavora, guidato essenzialmente dall?impulso e dall?eccitazione, con pennellate decise e nervose che segnano, a volte con energia a volte con delicato pudore, la tela, in cui un colore caldo e solido diventa l?unico interprete di quelle sensazioni e suggestioni, che costituiscono l?inequivocabile contesto in cui nasce ogni opera di Corizza. Egli è fondamentalmente un istintivo, un irrequieto, che vive di impressioni, attento quindi a ciò che gli suggerisce tutto quello che gli sta o gli capita intorno. Le sue rappresentazioni perciò non possono essere ridotte a mere riproposizioni di oggetti ed intese semplicisticamente come figurazioni illustrative. Esse sono qualcosa di più: sono l?umana testimonianza d?un sincero ed appassionato esercizio pittorico come d?un diario visivo ed intimo insieme.
Arte, non dimentichiamolo, è lavoro e tormento, prima che estasi, e non è affatto scontata una sua dilettevole pratica. Corizza affina pertanto i suoi mezzi tecnico-stilistici, educa la sua sensibilità di osservatore, studia la caratterizzazione dell?oggetto e ne ricerca l?equilibrio di linee e colori.
Le sue opere sono come attraversate da una tensione espositiva che le inquieta profondamente; è l?insoddisfazione, mai paga, di chi mira a trovare al significato delle cose la più idonea ed efficace traduzione pittorica. Ogni cosa ha un?anima, sembra dire, ha cioè in?identità specifica che l?artista, prima e più di ogni altro, ma in tutta umiltà, deve scoprire, venirne in possesso e comunicarla agli altri perché sia facilitato il loro incontro e la reciproca comprensione. Il pittore così diventa mediatore. Giancarlo Corizza cerca di esserlo, e spesse volte lo è senza dubbio, proponendo, con il suo linguaggio costruito elementi piani e decodificati, il naturale, il semplice, il vero.
E si serve di una tavolozza robusta e pastosa, che è raccordata prevalentemente su toni medi, per farne la voce più immediata e discreta, privilegiando sempre quella leggibilità del testo pittorico a cui non rinuncia mai, perché è il canone fondamentale della sua poetica. Arte pulita e genuina quindi quella di Corizza, che riesce piacevolmente interessante e significativa anche perche si sposa ad una visione realistica ed insieme ottimistica della vita. E? un messaggio che non ci può lasciare indifferenti.