Prof. Dott. Carmelo Tomaselli
Esaminando le opere del giovane Giancarlo Turchini, che vive ed opera a Roma, notiamo un'espressione naturalistica, specie nelle marine in cui si ravvisano, in maniera molto chiara,le impronte stilistiche dei pittori labronici,in netto contrasto con i macchiaioli che non hanno nulla di determinato o di definito. Le sue opere sono l'antitesi di quanti producono commercialmente, in quanto il Turchini esprime tutta una tematica reale e multiforme con colori genuini e puri. La tecnica è molto decisa, delineata e ben spiegata. Sarà perchè il Turchini vive la sua vita in contatto con la realtà della natura, oppure perchè egli incosciamente esprime l'innato instinto dell'uomo, che canta scenari di terre vicine o lontane, reali o0 sognate; il fatto è che le sue tele sono costruite con disegno meticoloso e inappuntabile, che focalizza in modo perfetto lo scenario,pieno di luci e di colori vivaci.
Ma la produzione del Turchini non si limita ai paesaggi, niente affatto,bensì egli passa con disinvoltura al figurativo che con colori delicati e dolci,linee leggere e sinuose, ci consentono di assapoare l'essenza e l'intimo concetto di una visione classicheggiante, non accademica ma sentimentale.
Nel suo figurativo osserviamo inoltre, un preciso rapporto tra luce e colore,oltre ad un delicato approfondimento del segno, che lascia intravedere il gusto del giovane artista. Quel ritmo dolce e sottile, che invade la composizione, quelle sfumature ora delicate evd ora più marcate, che attirano la nostra attenzione, sono elementi che toccano le nostre curiosità e ci inducono ad una pur breve indagine sulla personalità dell'autore. Il Turchini, infatti, è un autodidatta, il quale, anche se in suo attivo ha un periodo limitato di esperienzadella pittura di circa dieci anni,opera con una dimensione spirituale e un fascino meraviglioso, al punto di offrirci delle liriche descrizioni sprigionate dalla volontà di narrare il bello e di dialogare, con quei suoi volti in tono moderno,con le battute e itocchi del suo pennello.
Potrei sintetizzare il breve incontro con le opere del Turchini come l'affermazione di aver conosciuto un giovane artista e sopratutto di avere scoperto un vero uomo con le sue aspirazioni ed insoddisfazioni, che lo spingono a migliorare la produzione sempre di più, con le paure e i suoi dubbi, che affinano progressivamente la sua non lunga esperienza, e con la speranza, che certamente gli consentirà di trovare la grinta necessaria per raggiungere le più alte mete.
In breve chiudo questa mia recensione dicendo che si tratta di un pittore cosciente del proprio modo di sentire le cose, i cui paesaggi li ritrae con grande amore dalla fonte inesauribile della natura, ed il figurativo, dalle tonalità vive e soffuse, lo esprime con il calore della propria interiorità, che è Arte.
Prof. Dott. Carmelo Tomaselli 28 dicembre 1979