Giusi VALLELONGA

G I A N M A R I A D’ A N D R E A

Gianmaria D’Andrea alias “Giandanix” è probabilmente definibile nel contesto dell’arte contemporanea del terzo millennio con due termini difficilmente utilizzabili al giorno d’oggi : purezza e genialità. In un mondo che continua a ruotare su se stesso con la stessa velocità di sempre, ma dove invece l’uomo ha cominciato a girare su di esso con velocità sempre più elevate e dove gli stereotipi e il consumismo ormai pervadono ogni luogo “globalizzato”, è sempre più arduo trovare forme d’arte pure e non alienate da ciò che la superficialità massmediatica continua a divulgare con l’unico scopo di invadere le menti per speculare in ogni dove.

La pittura di questo artista è assoluta espressione diretta e puramente simbolica sull’enorme importanza della vita e della vitalità e vuole raggiungere l’animo di coloro i quali, sicuramente pochi, hanno piena consapevolezza di loro stessi tale da essere impermeabili ai contesti futili e consumistici della contemporaneità. Un linguaggio universale d’immediato impatto visivo per essere comprensibile a chiunque nel mondo.

Colori spesso accesi e primari con contrasti evidenti nel caso debbano trasmettere energia e forza, o abbinamenti armonici e quasi monocromatici con lievi alterazioni nei toni per trasmettere serenità e pacatezza, invitano amabilmente lo spettatore ad una riflessione introspettiva. Indubbiamente si tratta di un’espressione artistica schietta, sincera ed equilibrata, tale da poter essere definita “naif” ( dal francese ingenuo), ma, a differenza del periodo pittorico così definito nella fine dell’ottocento con protagonista indiscusso Henri Rousseau, l’artista coevo D’Andrea rappresenta con simile ingenuità espressiva ma con acuta capacità interpretativa l’energia base fondamento della vita e dei sistemi planetari che ci circondano.

Il messaggio da interpretare, attraverso la lettura delle opere fino ad oggi esposte, è: “Siamo qui ora, in questo sistema spazio-temporale ed interagiamo con ciò che di naturale ed umano ci circonda in modo puro e diretto, arricchendo il nostro spirito di energia positiva, affinché la Vita continui serena”.(G. D’Andrea)

Nell’essenza dell’immagine, quindi, andrebbe ricercato il contatto emotivo immediato, e percepito attraverso la vista, dovrebbe definire un cambiamento o rafforzamento di un ben definito stato dell’animo. Applicando all’arte la tesi scientifica di Lavoisier “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” lo stato d’animo dell’artista nell’attimo creativo si trasforma attraverso la materia pittorica in immagine che, se letta dallo spettatore senza deviazioni di alcunché, dovrebbe ricreare le sensazioni provate dall’autore nel momento creativo. 

Dovendo andare alla ricerca di una definizione di questa espressione pittorica potremmo sicuramente prendere spunto dal naif e dall’action painting. Tra gli artisti che lo hanno preceduto D’Andrea ha sicuramente percepito l’influsso di maestri come Pollock e Schifano. Di sicuro l’artista si oppone con forza, più che per forma per contenuti, a quella corrente contemporanea definita “Street art”, controbattendo alle “contaminazioni” con il “mix-pouring” e alle “combustioni” cittadine con i cromatismi naturalistici.

Onoriamo dunque, l’artista vero, sincero e puro, festeggiando intimamente, animo con animo, attraverso le sue opere esclusive che sempre più rappresentano il prestigio di chi le possiede. Coloro che hanno avuto, hanno ed avranno la fortuna di poter ammirare dal vivo la sua sensibilità artistica comprenderanno quanto l’opera di Gianmaria D’Andrea sia espressione di purezza e di intelligenza, libera dalla retorica posticcia e dai falsi ideali tipici purtroppo del nostro massificante mondo contemporaneo.

               Giusi Vallelonga