Prof.ssa Fulvia Minetti, Presidente Fondatrice dell'Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea

•   opera “Musa”:
 “La veduta intima e simbolica del Catracchia cerca il difficile luogo ameno, di compenetrazione possibile delle dimensioni di inconscio e di coscienza. La musa dell’artista, nelle spoglie di albero stesso della vita, generosa nei turgidi frutti dell’ispirazione, anela il dinamismo della volontà. È costretta a dissetarsi alla siccità di terre deserte, che la nascosta fertile follia di Medusa all’uomo dissecca e popola di solide costruzioni lapidarie della coscienza solitaria, che arresta la dialettica della verità, senza tuttavia disperare, lungo il gravoso cammino, del luogo del ristoro, volto alla nascita dell’arte.”


• opera “Vizi Capitali: Avarizia”:
La profonda arte simbolica del Catracchia attinge al senso archetipico dell’espressione, alla radice etimologica comune del vitium e della vite, come ciò che torce, che devia dal retto sentiero della diritta virtù che accoglie, che dona. Prendere e dare è lo scambio di riconoscimento che conferma mutualmente l’esistenza: il vizio dell’avarizia è invece luogo apollineo di pensiero che si arresta in sé stesso e nella sospensione nega la radice inconscia ed essente della verità dell’emozione. È la caparbia nevrosi narcisistica che idealizza di sé, in schiava autoalienazione, volta a difendere lo status quo dell’avere, come unica forma dell’essere.


• opera “Vizi Capitali: Ira”:

L’olio erubescente del Catracchia s’inebria del sentimento dell’ira, nel movimento del sollevare, dell’ergere, dello spingere dell’impeto, per incendiamento sanguigno, dietro le istanze impulsive dell’es. L’irato non è padrone in casa propria e rivolge avversione ed aggressività alla propria dimensione normativa e spirituale. Il magma fluido dell’ira discioglie la maschera morale del super-io: profondamente l’ira è così anche per se stesso un “andare”, un processo di metamorfosi dell’io.