Nerio Rosa

L' attività di Gianni Di Francesco richiama a prima vista una geometricita' di forme e un cromatismo solido e intenso, con tratti che fanno pensare a collage dalla articolazione ritmica di elementi analiticamente studiati.

 Ma, anche se alcuni risultati fanno pensare ad un citazionismo inconscio di un artista che vuole reinventare tutto il linguaggio usato che lo pone distante da modelli del passato lo lega in modo disciplinato alle problematiche culturali postmoderne.

 La scelta di rifiutare la soluzione semplice di accostare superfici già definite sta a dimostrare che l' artista non ama utilizzare tradizionali elementi descrittivi per cercare invece un'adesione a linguaggi contemporanei consolidati che gli consentano di raggiungere un nuovo livello espressivo necessario a descrivere una sua personale soluzione architettonica di superficie la quale non ha alcuna tendenza naturalistica verso i significati o una dimensione in profondità di campo ma definisce un progetto autonomo sia quando articola tutta l'opera sia quando un modello si integra con un fondale uniforme, ma campito pittoricamente in modo nuovissimo tale da fare apparire in tutta la sua nitidezza un simbolo postmoderno che rifiuta ogni svolgimento da visione in fieri.

 L'opera finisce con l'avere sempre una stabilità statica e trasversale una energia grafica considerevole un ritmo mai privo di complessità un emergenza ricca di "attrattori" e una diacronicita' che recupera con giustezza il senso di un pacato movimento. ( Qualche richiamo ai tratti di Giacomo Balla ha una sostanziale distanza dai significati espressivi del Futurismo così come il rimando al Cubismo di Fernand Leger emerge senza l'ausilio di tratti compositivi) .

 Si comprende cosi l'uso della pittura ad olio necessario a mantenere integro e costante il possesso completo del modo di operare senza che le soluzioni facili possano far sfuggire di mano una conclusione che nasce da un progetto operativo intenso e che si conclude appunto, con una complessità stabile ed equilibrata dove gli "attrattori" fanno emergere un risultato cosmico e personale.

Pur se le varianti linguistiche rimangono legate a un equilibrio finale tutte le opere hanno la potenzialità che consente di cercare una varietà di soluzioni artistiche dove si può giocare con una sorprendente vicinanza di percorsi operativi così che l'ordine sembra nato da un disordine che nasconde l'inizio e la fine di ogni lavoro, tanto necessario quanto tranquillamente misterioso.

 E' da seguire quindi l'attività futura di Gianni Di Francesco ; che sembra nato felicemente dopo il 1970 , quando il postmoderno ha indicato nuovi attributi artistici e nuove priorità di valori.

NERIO ROSA.