Biagio Grillo | Verona 1994
Se non fosse per una curiosità emotiva di primo impulso e del tutto irrilevante, avrei voluto rintracciare qualche analogia o derivazione espressiva sia stata attribuita all’originale pittura di Gilberto Colzato al momento del suo esordio. Apprezzo la purezza degli impasti, così come avvince il mio colpo d’occhio; seguo con gioia la rigorosità dei tracciati, che palesano la chiara linea morale dell’Autore; non rifiuto, infine, nemmeno certi significati arcani sottintesi o chiaramente proposti nell’alternarsi compositivo.
Ritengo inconfutabile che la pittura di Colzato, vuoi semplice vuoi arricchita d’artificio, rimane sempre squisito linguaggio favolistico di forte personalità e, comunque, non arrendevole a chiavi improvvisate di lettura.