Luciano Spiazzi | Brescia 1982
Gilberto Colzato, veronese, dipinge con la sapienza antica dei maestri che impaginavano nei colori filtrati dalla luce esterna le grandi vetrate degli edifici di culto. Non si vuol dire che questo artista dichiari esplicitamente nelle sue opere vocazione religiosa, certo è che appare sollecitato da un’urgenza di atmosfere terse e incontaminate non comune. Poesia che si identifica con chiarezza, trasparenza che non assottiglia le forme ma le rende innocenti. Colzato conosce la struttura dei corpi e dei paesaggi. Li salva, per così dire, a forza di temperamento e di stile. L’arte è esercizio difficile per se stesso e tanto più ha bisogno di coraggio per battere strade dove gli agguati sono sempre possibili. Sotto il vetrino del suo laboratorio passano borghi solitari, fanciulle immobili in una sorta di contemplazione interiore, nature morte, colombe... Niente nasce a caso.