Ottavio Borghi | Mantova 2011
L’arte figurativa di Gilberto Colzato è caratterizzata, assieme alla grande precisione esecutiva, anche dalla tendenza ad inserire le figure in un contesto geometrizzante, che unita alla oculata sequenza dei toni cromatici, finisce con il conferire alle opere un senso di pacata razionalità. L’intento dell’autore di creare un contesto omogeneo ad effetto figurativo, vocato a causare un senso di evoluzione che suggerisca anche i contenuti intrinseci dei dipinti, emerge con tutta la forza della vera ispirazione artistica. Gli scorci paesaggistici di Colzato sentiti in modo estremo, indicano una visione pragmatica che pure nella sua essenzialità, riesce a compendiare un romanticismo latente espresso con immediatezza e toccante semplicità. Il tutto in una atmosfera virtuale di grande silenzio che induce sentimenti gravidi di nostalgia e di incertezza sul futuro. Ed ancora tante bianche colombe elette a simboli di innocenza, di pace, di libertà, ma anche di abbandono al fluire della vita nel letto del Fato, dimentichi di ogni cura terrena, librandosi con il pensiero verso un cielo popolato di sogni e di speranza. Le sue Madonne con bambino rappresentano quasi una raffigurazione stilizzata dell’amore materno, collocato in un contesto universale indifferente a specifici riferimenti dogmatici, geografici e temporali. Infatti vogliono essere la sintesi di una maternità che lascia trapelare assieme ad un senso di grande gioia, anche un sottofondo sentimentale gravato da oscuri vaticini. Un cenno anche alle tante avvenenti fanciulle nei sogni delle quali si alternano ideali, speranze ed ambizioni nel contesto di una estremamente discreta, ma sempre latente sensualità.
La discreta, elegante e coinvolgente variazione di timbri e di toni ammorbidisce sempre quella angolosità indotta dalla particolare ed inconsueta schermatura, tanto da creare un accattivante complesso omogeneo che stuzzicando la fantasia, indirizza verso orizzonti più lontani di una semplice visione realistica.