Salvarore Maugeri | Vicenza 1981
Questo passare da una visione naturalistica a una sognata o parametafisica è ottenuto anche mediante l’attraversamento di uno o più fasci di luce, rigorosamente verticali, aventi la funzione di mettere “a fuoco” punti determinanti, spesso centrali, dello spazio dipinto. Chi osserva si trova così di fronte un’immagine sottoposta a lievi interventi ottici di sottolineatura o di rifrazione della luce. Ho sopra accennato che Gilberto Colzato, ricorre all’impiego dei simboli, i quali nella sua pittura risultano di estrema semplicità e chiarezza di lettura: fiori rami e foglie, colombi e volti casti di fanciulle, come l’aperto rituale dei primi uomini che celebravano, nel giro alterno delle stagioni, il miracolo dell’esistente, ma con l’occhio e l’animo segnati dalla speranza di scoprire un mondo innocente, un regno della luce e delle forme che ignorano l’urto e la violenza, sia pure intesi come pura espressione di fenomeni, di elementi e forze di natura.