Elena Gradini
Le opere di Gina Fortunato rientrano nel filone legato all’arte informale-materica, dove il gesto è il grande protagonista all’interno di una materia che si fa pesante ed opulenta, scioglie nel colore gli abbracci e gli affetti mescolandoli in vortici pittorici che sono presenze tangilbili, urgenze espressive, istintuale fino a creare nuvole di ori e azzurri sui quali cade una pioggia, che è forse la stessa fede che inonda gli uomini ben disposti d’animo. Colore dato a spatole carico e pastoso, come nell’opera Misericordia, in cui il corpo sembra essere schiacciato dalla campitura bianca, sono all’apparenza innocua. In queste superfici aperte tutto diviene indagine, trasformazione in incontenibile divenire.
Elena Gradini (Critico d'Arte)
Roma, marzo 2016