Giorgio Burnelli

Gina Fortunato nasce a Spinazzola, in provincia di Bari, nel 1964. Fin da giovanissima ha sviluppato la sua naturale predisposizione per il disegno, ma con lo scorrere del tempo ha maturato la convinzione che l’arte va sperimentata in tutte le sue forme. Ed è proprio per approfondire la conoscenza delle molteplici forme d’arte che, Gina Fortunato, decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Bari, dove lo studio approfondito delle varie discipline l’hanno portata a perfezionare il disegno, l’equilibrio formale delle composizioni, lo studio e l’analisi del colore e le varie tecniche pittoriche, plastiche e scenografiche.

Le diverse matrici della pittura figurativa europea sono state indubbiamente fonte di ispirazione per la pittrice.

Le prime opere della stessa, infatti, già ad un primo esame, denotano una ispirazione classica, insegnamento e base fondamentale nelle scuole d’arte e accademie di belle arti di anni addietro.

Gina ha lavorato molto eseguendo elaborati in locali pubblici e privati: esecuzioni pittoriche impegnative soprattutto se eseguite con una tecnica complessa e difficoltosa quale l’affresco.

Colorista raffinata e sensibile, capace disegnatrice, alterna tecniche diverse in composizioni ben studiate ed equilibrate.

Artista estrosa ed eclettica, esprime in diverse forme figurative i suoi linguaggi pittorici: dal ritratto al paesaggio, dalle composizioni di invenzione alle “nature morte”.

All’inizio del nuovo millennio, però, Gina sente la necessità di sciogliersi dai vincoli tradizionali della rappresentazione per aprirsi all’astrattismo, linguaggio libero da schemi vedutistico-narrativi, volto a cogliere le più minute ed informali frammentazioni della materia cromatica derivanti dalla loro disposizione nello spazio della tela. Apparve subito alla pittrice come il salto sia necessario alla riappropriazione di sé, della propria interiorità, della propria libertà, del proprio io.

Bologna, ottobre 2008                                                                                       Giorgio Burnelli

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