Manuela Magni

Rincorrere nella esperienza vitale quella nota riverberante, quell’essenza, che si accordi con le altre in una consonanza che giustifica ed illumina: forse è proprio su questo che Gina Fortunato si e ci interpella nella sua opera pittorica autentica e meditativa…..

Il fitto e non casuale, intreccio di luci e colori e linee composite disegna l’energica fatica della nostra quotidianità, saggiata dall’incessante confronto con l’ambigua presenza del limite: chiusura e soglia, termine e apertura.

Nel protagonismo del colore rosso, giocato in varie gamme – da quelle più terse e quasi abbacinanti a quelle livide e porporine, c’è l’intera vita, declinata in tutte le sue forme, sempre ferite e sempre redente.

Ma nelle tele di Gina è tutta quanta la dimensione pittorica ad essere coerentemente segnata dalla ruvida materia: premessa di necessaria fissità, quasi in un imbratto di intonaco; promessa di un possibile andare incontro all’essenza, come nel baluginio confidente dell’umile sabbia dell’Elba.

Il percorso pittorico/esperienziale fa emergere, come sempre necessario anche quando confuso, il valore fondativo del nostro esserci, qui ed ora: l’intreccio, la relazione.

La nota riverberante è allora tutta nell’abbraccio prezioso in cui, come spighe raccolte in covone per nuovo pane, facciamo ardere la luce risplendente del nostro significato, corpi scelti per l’incontro con i compagni d’amore.

L’essenza del Bene, appunto.

Vignola, Ottobre 2014                                                                                                                                            Manuela Magni


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