dottoressa Cinzia Aloisi

“Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni.”

È la celebre frase di Van Gogh a balenarmi in mente dopo aver chiesto a Giorgio Bottò cosa pensa mentre dipinge.

Giorgio Bottò è una artista contemporaneo friulano che si è affacciato alla pittura nel periodo pandemico, quando come tutti, cercava una via d’uscita alla forzata apatia di quei giorni.

Da super attivo, G. Bottò rispolvera un’antica passione, sepolta per anni sotto i tempi pieni della sua attività lavorativa; sarà poi il silenzio nei lunghi giorni dell’isolamento a far sbocciare nuovamente e prepotentemente in lui, il desiderio di comunicare e di raccontarsi attraverso la pittura.

Gli schizzi a matita, carboncino e sanguigna costituiscono solo il preludio a quella che sarà la sua passione: l’acrilico.

Le pennellate, ora dense ora sottilissime e gli accostamenti tra i colori vivaci, seguono un ordine dettato dall’interiorità dell’autore, suggerito da una sorta di bramosia senza sosta, permettendogli di esprimere un vortice di emozioni.

Buona parte della produzione di Bottò è caratterizzata dalla pittura a spatola, tecnica da lui preferita con l’uso abbondante del colore che conferisce ai dipinti un senso tridimensionale.

Superando l’aspetto bidimensionale della pittura, Bottò fa convivere sulla stessa tela, forme grossolane apparentemente grezze, fatte di colori poco amalgamati tra loro (vedi per esempio

 “Il pianeta della musica” oppure “Miki Saks”) e figure ben delineate.

Bottò si avvale anche e soprattutto di vari materiali oltre al colore, come la foglia d’oro e la resina che applicati sulle tele regalano spessore e abbondante effetto luce. Può dunque definirsi materica la pittura di Bottò che non ama seguire regole ben precise ma solo l’ispirazione.

Profondamente legato alla sua terra, egli traspone sulla tela scene di “ordinaria tranquillità”, riprese quasi con occhio fotografico. Come un “carpe diem” egli ferma il tempo nella scena che lo ha colpito fissandolo con rapidità di gesti e gioco di colori. Vedi “Caccia sul Carso”.

Scorci paesaggistici si collegano agli scenari della sua regione tra i quali gli ampi spazi che offrono le lagune, le eleganti pose della città di Venezia e il famoso sentiero di Rilke, senza dimenticare il Carso e nastri svolazzanti a rievocare “La Bora”.

Le forme che Bottò dipinge, sia esse reali oppure astratte, sono sempre arricchite da un definito senso del movimento, descritto ora sotto forma di cerchi, ora con zampilli o schizzi, oppure semplicemente con vortici, peculiarità evidente nel dipinto “Omaggio a Dante”.

L’ espressione artistica dell’autore raggiunge il massimo della sua espressività nei dipinti in cui l’astrattismo pone l’accento sul suo carattere.

Bottò ha la capacità di tradurre con i pennelli una grande tensione emotiva. Nel dipinto “Le ferite della terra” per esempio, egli mescola sapientemente dolore e colore. Bottò narra una parte importante della nostra storia, tra gli intrecci di un filo spinato adagiato sopra una base di colori cupi che trasudano angoscia e strazio. Un linguaggio fatto di immagini che arrivano inevitabilmente e drasticamente allo sguardo dell’osservatore.

La propensione all’uso di colori forti è coadiuvato da linee di colore sottili e appuntite, come delle lance, dipinte in diagonale sulla tela che seguono quasi sempre un movimento discensionale da destra verso sinistra. Viene in automatico l’istinto a ripararsi con la mano, oppure si rimane estasiati come davanti a una pioggia di stelle cadenti. Ci si sente rapiti da un’onda che muovendosi annulla la staticità bidimensionale dell’opera e nello stesso tempo catapulta nell’opera stessa.

La visione astratta di un “corpo” etereo come l’anima, egli lo sceglie più volte come soggetto e lo interpreta ogni volta in maniera diversa, così come farebbe un poeta davanti ad un tramonto facendosi portavoce di emozioni suggestive o contrastanti in base al suo stato d’animo.

Bottò racconta di “Artigli dell’anima”, parla di un “Anima astratta”, di un “Anima” che racchiude nei contorni di un cuore legato da un filo di spago: sarà una anima annodata ai sentimenti? Sarà il cuore ad essere attratto da un’anima?

Enigmatica la visione di questo dipinto e quanto mai suggestivo per la mescolanza di colori apparentemente usati senza criterio, ma che suggeriscono mille interpretazioni.

Altrettanto suggestive le creazioni dal titolo “Profumo sospeso di fiori” e “Isole in un mare che non esiste”. Questi ultimi due, se osservati a lungo, cullano lo sguardo dentro un piacevole senso di confusione o ambiguità forse. Entrambi creati sopra uno sfondo spatolato evidenziano linee rette e perpendicolari nel primo, contorte e sinuose nel secondo; macchie di colore informe e fiori sparsi dai petali variegati; il grigio predomina in entrambi sotto varie tonalità di rosso.

Personalmente credo che ogni artista non veda sulla tela il frutto della propria creazione, ma si fa strada in me la convinzione che egli legga nei colori e nelle forme da lui stesso create, l’intero universo in cui vive.

Infatti alla mia domanda G. Bottò risponde: “vedo alieni, fuochi artificiali, poesia”.

Ecco spiegato il motivo della similitudine che ho notato con la figura di Van Gogh, molto spesso considerato un visionario, ma nelle nuvole rotonde e paffute, in quei moti concentrici raffiguranti il vento e le balle di fieno sparse sui campi di grano, l’artista “vede e vive” in un mondo di emozioni concentriche che dall’epicentro del suo io si propagano ammaliando.

G. Bottò è un divulgatore del bello che sa cogliere della vita ogni aspetto, specialmente quello positivo; egli vive dell’interpretazione personale della vita attraverso i colori e le sue opere “contagiano” per entusiasmo e vitalità.

L’inarrestabile corsa alla scoperta del proprio mondo interiore tramanda a quello pittorico la speranza di trovare sempre una luce oltre il buio presente. “Oltre il buio la luce” rimane infatti tra le opere più significative di un artista al quale auguro di stupirci sempre per la sua realistica semplicità e l’espressione fortemente dialogica tra il reale l’onirico e il fantastico.


Scopri di più