Giovanni Zavarella, Il Giornale dell'Umbria 4 Dicembre 1999
L'arte pittorica non è l'esito della improvvisazione.
La tavolozza non è il risultato di un approccio culturale semplicistico.
Gli studi non nuocciono alla creatività. Sempre che non siano spocchiosi e non inseguano cascami intellettualistici.
E la frequenza accademica in quel di Vicenza e di Roma certamente non ha impoverito la fantasia creativa del ternano Giovanni Ferri. Il pittore che ha al suo attivo primi premi nazionali, non ultimi a Firenze, Venezia, Urbino, Roma.
Ha riportato decine e decine di vittorie alle estemporanee umbre, marchigiane e laziali, godendo dell' apprezzamento di giurie qualificate e di entusiastica simpatia da parte degli amanti delle arti visive.
La sua tavolozza si avvale di svariate tecniche compositive (olio, matite, carboncino, acquerello, china, pastello, acrilico, tempera, olio) per rendere visibile la sua esigenza di bellezza.
Non di rado un suo dipinto si carica di insorgenze valoriali, legate a commossi stati d'animo che rappresentano occasioni non poi troppo accidentali per dare forme al bisogno viscerale di visualizzazione nell'intorno. Proprio grazie a questa sincera "suscitazione" interiore, prendono corpo le sue splendide marine, alcune punteggiate da tormentati e tenebrosi moti ondosi che si infrangono su immobili scogli o su spiagge sabbiose o sassose, ricamate dalla luce e dalla schiuma.
Questi stati d'animo mai completamente avvolti dalla / nella serenità, hanno trovato la capacità di trasfigurarsi non solo nel malinconico paesaggio in eccezione romantica , ma anche nei soggetti religiosi, colti proprio nella drammaticità dell'incontro del figlio con la madre sul Golgota.
E quando Ferri si avventura con la sua matita, con il suo carboncino a realizzare l'immagine femminile, sfodera tutta l'eleganza e saggezza del tratto grafico, tutta la sua bravura elaborata dalla sua esperienza, nell'ombreggiatura dell'incarnato e nel panneggio finemente elaborato.
Neanche quando l'artista Ferri usa la sua spatolina virtuosa, intercetta cadute di stile perché anche con questa tecnica visualizza e sottolinea l'innocenza degli adolescenti o la dolcezza nei ritratti.
La sua è pittura sobria, controllata, sincera, colta, e fortemente innamorata.
Il nostro artista costituisce le sue ' dipinture ' non solo per offrire a se stesso una deriva estetica ma anche per suscitare negli uomini di buona volontà il godimento di un messaggio di riflessione sulle meraviglie della natura, sulle emozioni superbe che la bellezza produce.
Il nostro pittore libera i suoi colori per visualizzare la seduzione del vero reale a livello della percezione sensoriale, per poi tingerla con la sua fantasia come per ricordarci che nati non fummo a viver come bruti... ma per seguire virtute e canoscenza.