Carla d'Aquino Mineo
LA POETICA DEL REALE NELL'INCANTO DI UN SOGNO NEI DIPINTI DELL'ARTISTA GISELLE TRECCARICHI
I paesaggi ariosi sono davanti al nostro sguardo: fiori e foglie autunnali s'allontanano verso riflessi d'acqua, risalendo la china d'una fantasia limpida ed insieme sognante. E' questo il carattere primario che distingue la splendida pittura di Giselle Treccarichi nel panorama artistico italiano, cogliendo la bellezza immediata del reale per trasportarla lievemente nell'utopia, mentre le immagini si presentano nitide in un'atmosfera raffinata e trasparente, rivolta al versante francese, da Cézanne a Monet, nella riedificazione a memoria dei soggetti raffigurati e nella dissolvenza del colore nella luminosità. Eccoche allora, l'originale narrazione s'appunta su un fiore come su una marina al tramonto, sugli occhi attoniti di una fanciulla o su colline all'imbrunire nelle ombre della sera. Ciò che risalta è proprio il passaggio verso una dimensione onirica, tra liriche lontananze, dove il mondo evocativo di Giselle Treccarichi si apre alla romantica trasfigurazione del reale per proporre un'evasione spirituale. Vi sento il respiro di un'illustre civiltà che nasce dall'Impressionismo francese e che si evolve verso un'ambientazione sognante, mentre nelle prospettive dilatate dalle emozioni interiori, essa diviene quasi metafisica nei silenzi d'animo. Nessuna forzatura, bensì l'attenzione estrema nel cogliere col massimo di sensibilità quel certo punto luce, quella gradazione esatta di tono, quella tal vibrazione dell'aria.
Questo è, dunque, Impressionismo? Non propriamente. La fenomenicità della visione, tipica di Monet, subisce una sorta di passaggio, attraverso il ricordo che avanza. La differenza non è evidente, ma la fragranza dell'emozione cede il passo alla nostalgia dell'attimo perso. Ecco quindi, i suoi paesaggi si aprono a vedute, così limpide, in cui i toni cantano armoniosamente le ocra dorate, gli azzurri celestini, i verdi variegati della vegetazione, dove la pittura diviene una musica vivaldiana: una melodia tranquilla, in cui le immagini si illuminano di bianca luce nella conciliazione tra senso ed intelletto, natura e poesia. Treccarichi ha il coraggio di misurarsi con i grandi artisti del passato storico della pittura non solo italiana, da Van Gogh all'Iperrealismo, cogliendo nell'armonia la lezione della pittura come trasfigurazione della luce, come magia dei sensi ed
incantamento dell'anima. Ma nel contempo guarda alla natura, cercando da essa gli stimoli visivi come sentimentali, per percepire questa sua esigenza primaria di dialogo con il dato naturale nella sospensione di preziosi attimi.
Alla fine, l'illusione e lo straniamento delle realtà ci trasportano verso una dimensione esistenziale dell'autrice, una dimensione quasi dorata, in cui è bello vivere nei sentimenti che solo il linguaggio universale dell'arte può trasmettere ad ognuno di noi in un nuovo sogno.
Carla d'Aquino Mineo