Roberto Pazzi - Ferrara (Recensione n.1)
Gli occhi della Sicilia, a proposito della pittura di Giuseppe Greco.
Di Roberto Pazzi
“Eurolandia”, “Rosso a lutto”, “Guardami”, “Gli occhi” … scorro i titoli e le parole sottoscritte, forse dovrei dire i versi, delle prime opere di Giuseppe Greco che ho occasione di ammirare. E subito sento che l’energia di queste geometrie ribelli al segno, sedotte da un “altrove” in cui vorrebbero precipitarsi a correre libere, è davvero figlia della terra di Giuseppe, la Sicilia, così dicotomicamente divisa fra dionisiaco e apollineo, fra gioia totale e considerazione della vanità del tutto. Amore e morte si inseguono da sempre in tante espressioni artistiche e di costume di questo ombelico meraviglioso del Mediterraneo. Un tratto significativo di questa dualità, che dimostra la ...originalità già testata dalla critica, della ricerca di Greco, lo si può ritrovare in quella singolare opera che è “Guardami”, dove la sensualità dello sguardo si fa più scoperta nel rovesciamento del cannocchiale e del punto di vista. Lo sguardo dell’artista si nasconde infatti nello sguardo della femmina, acquistando una totalità panica e indifferenziata, dove la persona che osserva e l’oggetto osservato si scambiano di identità, in una osmosi che solo la forza divina e anarchica dell’Eros poteva donare. A quel felice caos di soggetto e oggetto, di maschile e femminile che si fondono, poteva consentire solo lo sguardo di chi abbia saputo compiere una sua coraggiosa discesa agli inferi dell’inconscio. “L’Io è un altro”, scriveva Rimbaud …
Ma il lavoro di Giuseppe Greco non riguarda solo l’esplorazione dell’ Io, questo vecchio vizio di tanta arte. Sa fare a modo suo anche i conti con la Storia, “e le molte stagioni, e la presente / e viva e il suon di lei”. Che la realtà fissata da questo artista sia infatti sfuggente e rapida a mutare di consistenza e senso lo dimostra anche Eurolandia, dove l’infido labirinto del bel giardino apparente – che sia l’insularità perfetta del siciliano a caricare questa ambiguità di diffidenza verso l’Europa ? – viene colta dalle parole che mettono in guardia ma anche dal segno serpentiforme e vagamente mostruoso delle forme fissate dal blù, un colore che connota facilmente la follia … “La città delle illusioni, attento”, sottoscrive Greco … dove va mai poteva esprimersi la visione di una crisi di identità dell’Europa e la riscoperta delle radici se non nelle più avvedute ricerche artistiche ? Gli artisti sono i sensori più attenti e credibili di ogni sommovimento della Storia, i primi a darcene la radiografia, condannati dal grado di iperrealismo della loro fantasia, sempre in anticipo, a non essere creduti. Ma fanno i conti col Tempo oltre il loro tempo, ars longa, vita brevis…
Roberto Pazzi - 2012