Sabrina Gucciardi - Trapani
Stasera voglio presentarvi un’opera a me molto cara dal titolo “Il pianto della sirena” che è stata realizzata da Giuseppe Greco, un talentuoso artista siciliano, fecondo Architetto e mio grande amico.
Giuseppe Greco nasce a Torino nel 1972 da genitori siciliani. Si trasferisce a Mistretta dove frequenta il liceo classico e nel 1991 si diploma, studia arti figurative con il maestro Biffarella; si interessa della cultura classica, dell’arte e dell’architettura greca e romana; frequenta l’università di architettura di Palermo dove si laurea nel 1999.
La sua carriera di architetto esordisce con alcuni pregevoli lavori pubblici eseguiti nella sua adorata Mistretta tra i quali il restauro del palazzo “ Mastrogiovanni Tasca”. I bozzetti che precedono la progettazione di ogni sua opera, sia architettonica che artistica, sono dei veri e propri capolavori di sintesi tra forme classiche e cultura contemporanea; costante nella sua espressione artistica è, inoltre, la ricerca di materiali e l’esplorazione delle potenzialità espressive degli stessi.
Le opere di Giuseppe Greco esprimono un’energia di geometrie ribelli e colori forti che sono figli della nostra Sicilia, divisa tra dionisiaco e apollineo, tra caos e forma, tra oscurità e luce, tra istinto e ragione, bruttezza e bellezza. Dalla combinazione dei due elementi nasce in ogni tempo la vera forma di arte. “Il pianto della sirena” si colloca perfettamente in questo dualismo. Rappresenta un momento di transizione dell’uomo, l’essere a metà tra animo femminile e maschile, tra creatura terrestre e creatura di mare, tra bene e male tra giovinezza ed età matura, tra spensieratezza e responsabilità, e il pianto che si intravede è proprio la rappresentazione dell’animo dilaniato da questa eterna dicotomia. L’utilizzo dei materiali in quest’opera rispecchia questo dualismo; l’opera è come un bassorilievo dove i colori acrilici sapientemente trattati per essere brillanti, vetrificati e graffiati prendono corpo su una tavola che viene montata su un tessuto pregiato, ancora un’altra contrapposizione; la volontà di dare una forma tridimensionale al colore è legata chiaramente all’esperienza di vita dell’artista, lo studio delle opere di Antoni Gaudì e della manipolazione sapiente dei materiali ceramici, la frequentazione delle botteghe artigiane di Santo Stefano di Camastra, luoghi dove l’argilla prende forma e diventa preziosa ceramica con i colori del sole della terra e del mare tipici della bellissima Sicilia.
Sabrina Gucciardi