Dott.ssa Camilla Mineo
Disegno, pittura e architettura sono i tre elementi che fanno di Giuseppe
Rizzo Schettino un artista interessante e completo, in grado di fondere la
passione per l'arte con la sua professione di architetto.
Con pratica e dedizione é riuscito a elaborare una tecnica pittorica matura,
degna di riconoscimenti che l'hanno portato ad allestire mostre in Italia e a
ottenere riconoscimenti nazionali e internazionali.
Dopo un percorso artistico in cui si è cimentato nella produzione di paesaggi
e nature morte, nei suoi ultimi lavori l'artista fiorentino ha sviluppato una
tematica per lui importante che analizza il rapporto individuo/architettura/
spazio urbano che ha ispirato la mostra “Presenza-Assenza”, che
presentiamo presso gli spazi de L'ArtGallery di Parma.
Opere di intensa suggestione, vedute e scorci di città segnano lo scorrere
del tempo e raccontano stati d’animo universali.
Frammenti di città prendono vita grazie a inquadrature attentamente studiate
dal taglio fotografico e a una spazialità formale frutto di esperienza e tecnica.
La forza dello spatolato fuso e diluito con i colori ad olio crea un effetto di
intensità e tridimensionalità, conferendo un senso ritmico che anima la
composizione.
Un’atmosfera malinconica, un magico e inusuale silenzio accompagna questi
dipinti: i personaggi ritratti da Schettino si perdono nell’infinito, sembrano
sospesi, pensierosi e in attesa di qualcosa. Si percepisce la sensazione del
volume, la presenza incombente e talvolta minacciosa dell’architettura: tutto è
enorme, sovrastante.
Alla luce del giorno i grattacieli si riflettono nella trasparenza del vetro e
sembrano più leggeri ed evanescenti, quasi deformati e inconsistenti. Mentre
di notte tensione e drammaticità sono accentuate attraverso l’esasperazione
dei toni che diventano scuri e bui, di un buio profondo, allegorico: queste
architetture imponenti di notte fanno un po' paura e rievocano una
dimensione spettrale, lugubre. L’artista in alcune opere sembra simulare un
girone infernale, distorcendo la prospettiva e creando in questo modo un
senso di smarrimento e disorientamento.Gli edifici, sebbene presenti in quasi
tutte le sue opere, sembrano vuoti, come fossero un riflesso delle persone che
popolano le strade; testimoni di una vita priva di sensazioni e d'emozioni,
un'esistenza che non lascia tempo alla bellezza delle cose e all'unicità dell'individuo,
un mondo in cui il singolo é immerso nei suoi pensieri e non presta
attenzione a ciò che lo circonda.
Le figure sembrano smarrite, inglobate dai grattacieli, presenze
infinitesimali nello spazio urbano, quasi vittime di una città pesante,
sofferta, difficile da vivere nel quotidiano e in cui il rischio è di perdersi
non solo fisicamente ma anche intimamente. Corpi fantasmi dai
caratteri non definiti hanno una loro identità ma svaniscono nella
massa.
L’artista con ironia tratteggia un gruppo di “escursionisti” che si stanno
cimentando nell’impresa di attraversare le strisce pedonali a New York;
ritrae una giovane donna di spalle che fa “Ritorno” a casa dopo una
giornata di lavoro. La provenienza della ragazza non la conosciamo, ma
sappiamo dove sta andando: la meta è la periferia newyorchese, ma
idealmente potrebbe essere anche quella italiana, in ogni caso un
luogo di frontiera, ai margini del caos metropolitano; Schettino delinea
un’architettura spersonalizzata, che può essere riportata ad altri
contesti, ad altre realtà giocando con cartelli stradali e insegne e
caricando i dipinti di significati sottesi e simbolici. In questa serie di lavori
l'artista non risparmia la società da velate critiche, ma dimostra allo
stesso tempo.