Lorenza Miretti - Articolo apparso sul n. 3 della rivista Art Journal del 2015
In occasione del premio De Marchi, Grazia Barbieri ha vinto quello della critica con “Il Foulard”, un'opera che ben sintetizza i caratteri principali della ricerca ritrattistica della pittrice bolognese.
È inconfondibile nelle sue immagini, figure prevalentemente femminili, il richiamo alla corrente iperrealista dell'America anni Sessanta, della quale però l'artista non condivide appieno la precisione esasperata nell'adesione fotografica all'oggetto rappresentato: Grazia Barbieri infatti non riproduce semplicemente una fotografia, ma parte da immagini della sua mente riprodotte a mano libera e solo in seguito perfezionate con cura quasi maniacale in ogni minimo particolare del volto, dell'acconciatura, degli abiti e dei gioielli (oggetti che caratterizzano profondamente le sue opere tanto da divenire spesso parte integrante del titolo). Forse per questo le sue immagini non appaiono come imprigionate in un'istantanea, ma come sospese in una dimensione altra, mentale, che lascia trapelare sentimenti e percezioni estranee all'iperrealismo.
I volti ritratti da Grazia Barbieri, come nel caso dell'opera vincitrice, esprimono un 'inesprimibile' che racchiude sentimenti molteplici – solitudine, assenza, forse sconcerto e sorpresa, ma anche superiore distacco – più accennati che dichiarati, più evocati che esibiti.