Pasquale Di Matteo - Commento artistico pubblicato sul volume "I VERI ARTISTI CONTEMPORANEI" edizione 2021

Grazia Barbieri è un’artista accademica che risiede nella florida Emilia Romagna. Si tratta di una pittrice realista che strizza l’occhio all’iperrealismo. Un’artista figurativa, il cui realismo non è certamente fine a se stesso, né si esaurisce con il mero senso visivo, ma trascende il semplice ricordo di scene e di figurazioni, grazie alla sapiente organizzazione strutturale con la quale le sue opere sono costruite. Le protagoniste sulle tele della Barbieri sono le donne, rappresentate con sguardi taglienti, intelligenti, che sanno andare oltre quanto osservato, in un chiaro codice espressivo con cui l’artista veicola uno dei suoi messaggi più importanti, ovvero l’invito a non soffermarsi sull’immagine, ma ad avere la capacità e la voglia di comprendere che cosa si nasconde dietro alle notizie. Grazia Barbieri ci esorta a superare la barriera di quanto colto dal mero senso visivo, che spesso è offuscato dalla manipolazione dei media, dai preconcetti, dagli stereotipi e dalle mode. Un’artista che abiura la superficialità, sebbene, a un primo fugace sguardo, l’arte che propone appaia il risultato della ricerca della perfezione realistica. Infatti, osservando attentamente, si può notare come Grazia Barbieri affronti molti temi importanti del nostro tempo: l’emancipazione femminile, le questioni ambientali, fino a sottolineare la dicotomia tra superficialità e profondità. Un trionfo di concetti profondi che l’artista affronta con il piglio del filosofo, con l’intelligenza della donna e la sensibilità che soltanto gli artisti dimostrano. Le sue figure hanno ricci capricciosi, che nascondono idee e forza per non soffocare in un mondo ancora a trazione maschile; altre presentano teste importanti, contornate da chiome abnormi che sono sottili metafore, oppure hanno sguardi trasognati verso luoghi lontani, mentre, alle loro spalle, il mondo è soffocato dai fumi del progresso. E ci sono donne con simboli biblici, attraverso i quali la Barbieri si confronta con la sociologia del suo tempo e con la società in cui sembra incastrata, sebbene il suo animo sia alimentato dal desiderio di vivere in altri momenti e, soprattutto, in un’altra società. Concetto, quest’ultimo, che esprime attraverso un largo ricorso al bianco, colore del cambiamento e della speranza. Donne mimetizzate con l’ambiente circostante che sono metafora della sottomissione culturale a cui ancora vengono costrette da una società non pienamente matura. Ma Grazia Barbieri le dota di un’arma tra le mani, come a voler sottolinearne l’esistenza anche al di là di quanto molti uomini comprendano. Le cromie di Grazia Barbieri non sono soltanto quelle riconducibili al realismo ch’ella tenta di declinare sulle tele, ma sono il frutto della rielaborazione delle pulsioni del momento e delle sensazioni che alimentano i messaggi da sviscerare. Inoltre, proprio il frequente utilizzo del bianco dimostra come Grazia Barbieri sia alimentata dal desiderio di rinnovare e cambiare la propria vita, con un pizzico di speranza mai sopita, malgrado il momento non certo positivo che racconta attraverso la sua arte, senza avere pudore, remore o paura di declinare ciò che sente. Da qui la donna Grazia manifesta la fierezza della sua personalità e di un’identità aperta al dialogo, ma non disposta a sottostare a imposizioni. Grazia Barbieri estroflette molto di sé in ciascuna delle sue donne. Rappresentano i suoi pensieri, i tormenti, le riflessioni, gli stati d’animo, in un’esaltazione di colori che è il frutto di una catarsi esistenziale con cui l’artista dà un senso alla sua presenza nel mondo e afferma la propria identità. Grazia Barbieri è senza dubbio un’artista raffinata, il cui realismo tutt’altro che banale è, invece, fonte di profonde riflessioni sul nostro tempo. Perciò la pittrice emiliana merita certamente di essere considerata tra le più belle realtà dell’arte contemporanea italiana.