Franco Bulfarini

Guido Paolo Redaelli
Uno sguardo sensibile sulla realtà

Solo con lo studio, la ricerca, l’approfondimento, l’artista può avvalorare il proprio disegno creativo pervenendo a momenti sentiti di espressività artistica.
L’intento prioritario sarà di emozionare il fruitore, creando attraverso le proprie opere suggestioni in chi guarda, legando il proprio stile ad una riconoscibilità atta a tracciare un solco di profondità storica. Il percorso artistico del maestro Guido Paolo Redaelli ne rende evidente la curiosità intellettuale, ove la ricerca è elemento
prioritario.
Redaelli è artista poliedrico, che opera sia da pittore, che da scultore, dimostrando attitudini anche nell’ambito della fotografia artistica. Egli esprime con opere curate ed originali, una visione vivace e di largo raggio ove l’interdisciplinarità è la costante, con lo scopo di posare lo sguardo sensibile sulla realtà, sia esteriore, che interiore.
Fin dall’infanzia Guido Paolo ha vissuto in un ambiente famigliare di artisti e musicisti, poi gli studi a Brera, quindi per tre anni con il prof. Fedeli, presso il Castello Sforzesco di Milano.
Pur risiedendo a Milano, l’artista si reca spesso nel piccolo comune di Villaga, in provincia di Vicenza, in una casa di famiglia immersa nel verde, ove amplificare l’intenso rapporto d’amore per il bello, della natura. In questo luogo, equiparabile ad una piccola Fontainebleau, venuti meno i sussulti e frastuoni della metropoli,
Redaelli può esprimere al massimo la sua innata creatività. Qui Redaelli ha realizzato molti dei suoi lavori e diversi cicli scultorei e pittorici, indagando le suggestioni che promanano dal verde dei giardini e dei campi e dai luoghi circostanti.
Lontano da una mentalità impressionista in senso positivista, la ricerca di Redaelli si sposa con un fare poetico che trova espressività attraverso colori che esprimono l’animo delle cose. Egli descrivendo sentimenti, dialoga in modo espressivo con enfasi cromatica, rendendo
forme armoniche. Utilizza colori delicati, specie nella tecnica dell’acquarello.
Il suo amore per la misura artistica di Paul Klee, è visibile, quasi un omaggio, ma in termini di dialogo personale ed intimo.
Redaelli si esprime con tecniche convenzionali, almeno nella pittura, sempre sul filo dell’astrazione, senza percorrerla completamente. I colori sono resi con un cromatismo distintivo, delicato ed intimista. Ne escono, opere fortemente espressive di un lirismo raro, aggraziate e coinvolgenti.
Una nota particolare va data alla ritrattistica di qualità interpretativa, con un’ottima lettura della personalità dei soggetti, che appare anche nelle sue foto di non meno valore, che indagano con puntualità ed accuratezza i volti dei soggetti per coglierne l’animo, con un taglio decisamente
classico ed elegante.
Per la scultura, vi sono lavori realizzati con legni comuni come la vite o la rosa, trovati per campi, che l’artista sottopone a fusione presso la
fonderia Guastini, nel vicentino, per farne derivare pregevoli bronzi. Pezzi unici, che mantengono la leggerezza e naturalezza propria del legno
di partenza (vedasi: Pavone, Gufo ed altri soggetti).
Non mancano interessanti assemblaggi scultorei creati con commistioni di metalli o in ferro, come l’opera “fuoriuso”, un tipico esempio di riciclaggio creativo, che riporta alla mente la famosa “fontana” di Marcel Duchamp. Altre opere ricordano lo stile di Alberto Giacometti, lasciando prevalere linearità, verticalità, originalità e forza espressiva.
Vi sono poi opere filiformi in metallo, che dialogano con lo spazio come l’opera “freccia”, rette da un linguaggio sbarazzino, talvolta ironico.
La sua non è una mimesi per somiglianza con l’oggetto, ma una somiglianza legata ad una visione non di superficie, legata al dipanarsi su di un piano alto, di libertà creativa, ed anche esecutiva (vedasi le opere: “amanti”, “chiodi”), ove si palesa l’ingegno di un vero creativo che filtra la realtà per renderla fantastica ed animosamente
sentita.