Angelo Favaro

L’Arte è natura. Nell’Arte c’è la natura. In una circolarità essenziale-esistenziale si attua la creazione. Igino Stella con quell’energia assoluta e pura, appresa dal sole, dalla terra, dalla vita, dai cicli delle stagioni, come un saggio Prometeo, estrae forme e ricompone la materia modulando melodie auletiche da offrire agli uomini (di buona volontà) ancora ignari. La dilatazione espressiva dalla profonda malinconia al mistero del gioco più lieto guizza trasferendosi nella pittura o nella scultura in vagabondaggi sognanti verso l’alterità ed inattese aperture al sè. La nostalgia è il male del ritorno, o il ritorno di un male, l’unico, quello che ci affanna dalla nascita fino alla morte. Igino Stella non recita la soluzione, ma nell’addensarsi della materia (pittorica e scultorea) in circolarità parmenidee suggerisce un monito e sussurra un amore: vivere così completamente per tornare a vivere in altra forma, in altro stato così compiutamente.

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