Rosabianca Fiorelli, Professoressa

Io non conosco Ignazio Colagrossi e non so nulla di lui, ho letto le sue poesie ed attraverso esse cerco di ricostruire il suo pensiero, i suoi sentimenti, il suo modo di essere. Fra le sue composizioni preferisco quelle in vernacolo, mi sembrano più spontanee, più immediate, più sentite: quella dedicata alla figlia, “Figlia mia”, è particolarmente toccante, si sente in essa una tenerezza infinita, un amore smisurato verso la propria creatura, ma nello stesso tempo tanta amarezza, tanto dolore per non poter dare a lei un mondo migliore. Cosi a chi lo legge, Ignazio Colagrossi da l’impressione di essere un uomo tremendamente amareggiato, deluso e ribelle a tutto ciò che è, e rappresenta il mondo di oggi, e quindi un uomo che sopravvive, rifugiandosi nella poesia e nella pittura.