Amedeo Bigotti

Con tale opera „sentinelle“ Irene Casaccia segna un importante punto di arrivo nel suo percorso
artistico caratterizzato da un appassionato e continuo studio del disegno sia del paesaggio che della
figura umana.
Questo le ha consentito di distribuire sapientemente tocchi di colore ed effetti luminosi molto
efficaci al fine di rappresentare quello scorcio di foresta che sembra immersa in un’ atmosfera
autunnale, intrisa di umori e profumi di stagione, pullulante di vita e di energia. La composizione
che spicca per la ricchezza e l’intensità dei toni cromatici, è di evidente matrice impressionista, la
migliore s’intende, ed in particolare è assimilabile alle straordinarie vedute paesaggistiche del
sommo Monet. Tuttavia, se in Monet gli effetti di luce e di colore sono autonomi e prevalenti sulle
forme e sui contorni, la Casaccia al contrario, al suo tocco pittorico che fissa così bene sulla tela
l’attimo fuggente in cui le appare il paesaggio, unisce la sua consumata tecnica disegnativa per un’
accurata e compiuta descrizione delle forme, dei contorni, e dei volumi stessi degli elementi del
paesaggio, nel nostro caso, gli alberi, i rami, il fogliame, conferendo così alla composizione una
suggestiva dimensione di spazio e una notevole profondità. A ciò si aggiunga che nell’opera della
pittrice la presenza delle forme, la visibilità del tratto, così deciso e marcato, unitamente alla
vivacità dei colori, vedi, in particolare il giallo del prato in primo piano e le tonalità rosse delle
fronde, suggeriscono anche una forza espressiva ed un modo di interiorizzare l’osservazione del
vero di natura propria di Vincent Van Gogh. Con questo dipinto Irene Casaccia, raggiunge un
notevole livello stilistico e di qualità pittorica, dimostrando la sua capacità di fondere in modo del
tutto personale diverse fondamentali correnti artistiche. Ma, soprattutto, è da evidenziare che la
nostra “foresta” vive in una dimensione interiore dell’anima, in quanto sa soprattutto stimolare il
nostro “immaginario” e la nostra fantasia. Perché infatti, non intravedere tra quegli alberi delle
figure di fate, di personaggi della mitologia, delle fiabe, oppure dei protagonisti immaginari nella
letteratura romantica? Si potrebbe così dire che la pittrice ha saputo costruire un tipo di scenario
proprio con l’abilità e la genialità dei migliori tra i pittori preraffaelliti inglesi ed italiani.
Amedeo Bigotti
Storico dell’Arte