INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini
INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini
D: Come definiresti il tuo particolare stile espressivo?
R: Non saprei rispondere, sono affascinata da diversi correnti artistici, non ho uno stile preferito, posso dire che la mia arte è soprattutto sperimentazione. Non riesco mai a soffermarmi su di uno stile, perché sento subito il bisogno di iniziare qualcosa di nuovo e sperimentare altre tecniche, quindi, sto definendo ancora un percorso artistico personale… Come tecnica invece, mi sento più vicina alla sperimentazione delle arti rupestri, visto che la mia attività principale è la pirografia o incisione a fuoco. Infatti il disegno è stato la prima forma d’espressione, di comunicazione e di interazione, la pirografia mi riporta indietro nel tempo e mi stimola ad esprimermi con il segno bruciato. Implica una concentrazione assoluta verso lo strumento per seguire una volontà ben precisa, in quanto, non può esistere l’errore: non si può modificare o cancellare. Anticamente era praticata usando semplici punte di ferro arroventate. Oggi si utilizza un attrezzo apposito chiamato, appunto: “Pirografo”. Io uso anche la fiamma libera. È una pratica poco conosciuta in Italia, ma secondo me, dovrebbe essere riconosciuta come ogni altra espressione grafica e, sono davvero felice, di vedere sempre più galleristi interessati a questo tipo d’arte. Sono affascinata da questo stile espressivo fin dal primo approccio, con essa mi sento un po’ come una persona che ha sposato il fuoco con il legno (che in natura sono completamente opposti e, combinati insieme, distruttivi). In questo particolare stile, invece, diventano sposi perfetti. Il calore ed il profumo del legno bruciato, creano qualcosa di antico, come qualcosa d’ormai perduto nel tempo, ma successivamente ritrovato.
D: Quali progetti artistici stai portando avanti per il 2018?
R: Sicuramente, quello di continuare il mio percorso artistico: crescere, imparare e sperimentare.
Ho in mente di trasformare un po’ il mio lavoro infatti, Inizialmente, utilizzavo la pirografia come strumento per rappresentare delle immagini. Adesso, invece, sono portata ad esprimermi con uno stile volto al realismo surreale o simbolico. In questo periodo, sto portando a conclusione due sperimentazioni che mi stanno molto a cuore e che forse potrebbero rivelarsi dei filoni da seguire. Dico forse, perché conoscendo me stessa, potrei cambiare idea da un momento all’altro, perché per me personalmente, seguire una linea eseguendo quadri praticamente simili tra loro, limita la mia libertà espressiva. In estate invece, ho in programma di fare una o due mostre personali oltre ad un workshop di pirografia artistica e artigianale (sia con bambini che con adulti). Idea di lavorare con i bambini mi stimola, in quanto, loro hanno un’immaginazione spiccata e a volte elaborano concetti molto interessanti da trarre fuori e da esprimere appunto con l’arte. Ho notato che hanno la capacità di vedere più di chiunque altro, oltre l’opera d’arte. Per me, ogni bambino è un potenziale artista, è in possesso della creatività tipica dell’infanzia, però non ha coscienza artistica o consapevolezza di fare arte. Per questo, ho in mente una mostra che valorizzerà i bambini e la loro libertà creativa, presentando le opere eseguite appunto da bambini scelti, che sono particolarmente creativi. È un progetto che cresce sempre più nella mia mente e tempo permettendo spero di portarlo a termine. Oltre a tutto ciò, eseguo ritratti su commissione e anche diversi oggetti artigianali, come gioielli artistici e tutto quello che richiede manualità creativa. Sicuramente continuerò a fare anche questo.
D: Come vedi attualmente il settore dell’arte contemporanea e come pensi che si potrebbe migliorare e valorizzare al meglio?
R: Penso che oggi, la definizione di arti visive è stata modificata, ed è molto complicata. Mi incontro spesso con il dire: “non capisco l’arte contemporanea”. A volte non siamo capaci di leggere il messaggio da soli, guardiamo soltanto lo strato esterno. Quindi, nell’arte di oggi, abbiamo bisogno di una descrizione dell’opera realizzata dall’artista stesso o l’interpretazione di un critico, ciò ovviamente aiuta molto ma non basta. In realtà non c’è nulla di sorprendente. Siamo una società alla ricerca del confort, non siamo più molto interessati ad arte, ai pensieri ed emozioni espressi con essa. Se pensiamo alle nostre case, sulle pareti abbiamo appese le semplici fotocopie di van Gogh e Picasso, solo riproduzioni, non vere opere d’arte. Anche quando i rappresentanti della classe media hanno denaro, investono nell’ultimo cinema o nell’ultimo aggeggio tecnologico, raramente appendono litografie alle pareti o dipinti ad olio di artisti contemporanei. Pochi di noi visitano mostre. In una parola: non esiste ancora uno snobismo sano per le arti visive. Forse una volta raggiunto il comfort materiale della vita, guarderemo ai “valori più alti” e inizieremo a pensare alla creazione delle nostre collezioni d’arte a casa … Rimane però il problema della comprensione dell’arte. Credo perciò che si dovrebbe educare e sensibilizzare di più la nostra società, fin dai più piccoli verso l’arte contemporanea. Ad esempio, per godere della poesia romantica, abbiamo bisogno di un’educazione alla letteratura a lungo termine, che abbiamo avuto nelle scuole primarie e secondarie, e in molti casi non è neanche sufficiente per noi. Nello stesso modo abbiamo bisogno di preparazione intellettuale artistica per interagire con l’arte. Penso che nelle scuole (un mio pensiero, per esperienza personale) la storia dell’arte non è sufficientemente inclusa nell’istruzione a livello di scuola media e secondaria. Immagino che gli insegnanti di lingua non sono competenti nel mostrare collegamenti tra letteratura e pittura e, a loro volta, credo che gli insegnanti d’arte non sono ben preparati per garantire che i bambini entrino nei misteri dell’arte contemporanea. Eppure, la creazione di installazione d’arte ad esempio, sarebbe stata divertente a qualsiasi livello di insegnamento. Questo sicuramente aiuterebbe a comprendere e ad apprezzare al meglio l’arte contemporanea. Forse crescerebbe una generazione più sensibile ad arti visuali. Questo è ovviamente quello che vedo io nel mio piccolo.
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