Franco Bulfarini


Ivana Storto

la suggestione del colore

fra realtà e libertà.


La ricerca posta in essere da Ivana Storto,

artista di origini Venete, poi trasferitasi a Caserta,

è iniziata nel 2009 da autodidatta. Dopo una

prima fase che definirei formativa e di studio,

con impronta naif, l’artista inizia a declinare il

proprio baricentro verso il raggiungimento di una

personale testimonianza stilistica.

Se le prime opere dibattevano con la realtà di

superficie, le attuali sorreggono un viaggio emozionale

nel mondo dei colori ma anche delle

forme rese con geometrie libere e giocose ed in

qualche caso fiabesche.

L’obiettivo non si ferma per Ivana al raggiungimento

di un mero valore estetico già omologato

dalla storia dell’arte, bensì a produrre un

linguaggio dettato da stati d’animo e pulsioni

personali. Nelle opere di Ivana Storto i colori,

armonizzati con sapienza, si caricano di significati

e valori.

All’origine di ogni creazione vi è la fase caotica,

utile ad intercettare idee e soluzioni compositive,

e nelle opere della Storto par di assistere a

questo processo di decostruzione mentale e

ricostruzione fisica dell’immagine, fino al

raggiungimento del prodotto artistico, finalmente

chiaro e leggibile, tanto da divenire persino

portato di classicità sia pure nella novità formale

e compositiva.

Osservandone le opere notiamo come la luce sia

calibrata ad esaltare le forme, nell’intersecarsi

di linee, che rafforzano piani cromatici, esternati

attraverso l’approccio rigoroso ed attento a pesi

e misure di una metrica del colore di connotazione

soggettivante.

L’artista fa uso di una pittura ricca di tinte attentamente

scelte, fra complementari e secondari

senza rinunciare in molte opere di maggior

enfasi figurativa a valorizzazioni chiaroscurali e

prospettiche, rendendo, anche attraverso attente

velature, le cromie intense ed efficaci. Ne

deriva uno stile che travalica le correnti per

sposare la libertà del porsi dando spazio alla

fantasia, per “giocare” in modo raffinato con la

materia cromatica, per trasmettere vibrazioni

positive, rigeneranti il nostro animo.

Opere come “Cappello azzurro”, “donna fantasia”,

rese con uso di una tavolozza accesa retta

da toni vivaci, definiscono lo stile raffinato e

peculiare dell’artista. Vi sono poi dipinti in cui

appare l’emerge di energie primordiali, come:

“Abbraccio”, dove l’abbraccio “vorticoso”, è reso

con colori decisi, stagliati su di un fondo dal tono

grigio e distaccato: metafisico.

Ivana Storto non si limita ad un’arte decorativa,

ma con opere come “Le vele di Scampia” sottolinea

la sua partecipazione emotiva a problematiche

sociali importanti. Si vedano anche: “Colloquio

difficile”, “Famiglia fantasia” dove le persone

paiono distaccate l’una dall’altra, con lo

sguardo fisso in vuoto di misura “siderale”, che

hanno rinunciato alla comunicazione mettendo

al centro il disagio e la solitudine del vivere

contemporaneo.

Notevole l’opera: “Settembre” che fissa il

momento tragico della caduta delle Twin Towers

di New York nel 2001, le torri gemelle viste nel

loro terrificante disgregarsi di esseri viventi e

cose, come fosse tutto ingoiato da un mostro

fatto di detriti, una nube di polvere che assume

forma di orco immenso e distruttivo, che tutto

ingoia e seppellisce.

L’artista poliedrica come pochi si produce poi in

ritratti di animali, spesso esotici, che rende con

pittura materia, primitivista, esternandone la

natura di esseri “selvaggi” e soprattutto integri.

Qui si denuncia un’evidente sapere interpretativo,

tale da far emergere lo spirito di questi esseri

straordinari. Non mancano nature morte con

vasi, fiori ed altro nel solco di un’esplorazione

artistica totalizzante che vede anche la realizzazione

di decori ed opere funzionali o Art design.

Direi che l’artista ha esplorato attraverso la

materia del dipingere in svariate modalità e con

cromie proprie e riconoscibili i luoghi della vita,

sia interiore che esteriore, sia singola che di

comunità, sia rivolta alla pittura in senso stretto

che alla pittura che definirei di relazione e di

interlocuzione sociale. I suoi sono toni propri ed

interiorizzati di chi guarda il mondo per descriverne

le forme ed i sensi, con una visione filtrata

da una emotività interiore che traspare ed

emerge quale elemento valoriale.

Qui l’arte è vissuta come un’esperienza connessa

con la vita stessa, per esprimere il proprio io,

in modo libero, attraverso una lucida visione di

profondità.

Franco Bulfarini