Orazio Vancheri Critico d’Arte
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L’arte di Liliana Colleoni
L’artista Liliana Colleoni inizia a praticare l’arte in età matura, consapevole di aver acquisito nello spirito e nella carne la concentrazione necessaria per sviluppare quei concetti certa- mente ispirati direttamente dalla Musa. Pertanto, all’improvviso, dal Caos appare Gea, la madre terra, principio di vita e madre degli uomini e della stirpe divina, prima realtà materiale della creazione.
Liliana è pronta a tradurre in opere tutte quelle sensazioni che sente prorompere istintivamente dai reconditi più profondi del suo IO.
Nasce, quindi, “Donna”. L’artista riassume in quest’opera tutti i valori definiti e indefiniti, accostando il giallo del sole al rosso del fuoco che brucia l’idea stessa della femminilità all’azzurro di un cielo che sovrasta ogni cosa e dona pace e serenità. La carne si fonde nella luce. La luce si fonde nel colore. Il colore si fonde nel movimento. Bisogna interpretare tutti questi fattori per capire dove lo spirito va a posizionarsi. Ogni elemento risulta coerente con gli altri e concorre a determinare la creazione, che rimane un sogno o un’idea dello spirito.
La maturazione artistica di Liliana Colleoni è straordinariamente rapida, forse per compensa- re il periodo della sua vita trascorso nella inconsapevolezza del potenziale espressivo che aveva nell’animo. Infatti dal 2008 ad oggi, partendo da una semplicità di sintesi ma non per questo meno matura (Tuareg, Ombre, Misteriosa), ha impresso una accelerazione vigorosa.
Con straordinaria capacità si è liberata dei contorni che racchiudevano gli oggetti, le figure e le creature per fare esplodere la forza di Caos e di Gea.
L’opera “La vita” segna un’altra tappa della creatività dell’artista. Il fuoco, “la Vampa”, non brucia le foglie che restano vive e, anzi, lascia intravedere il placarsi di questo elemento e il rinascere della serenità.
E allora si capisce che le foglie sono un gioco, un pretesto mentre il colore resta ed è l’artefice principale della pittura di Liliana Colleoni.
“Giubilo”, unitamente a “Vita” e “Donna” è una esplosione di movimento, luce e colore. Predominano sempre i blu e i rossi posti in contraddizione fra di loro a significare la contrapposizione della serenità e il fuoco rovente della passio- ne.
L’arte, che è la Regina del creato, pervade ogni opera dell’artista Colleoni. Si esprime sempre attraverso le tonalità del colore. In quei pochi casi dove si intuiscono forme concrete le stesse vengono celate dall’irrompere del gesto. E’ il caso dell’opera “Verso la luce”. Le farfalle fanno a gara per mimetizzarsi con la luce e a tratti sono, esse stesse, lampi di colore oppure oggetti indefiniti.
L’amore materno viene trattato dall’artista in due opere di notevole rilevanza. Contrariamente a “Amore materno” dove riaffiorano reminiscenze trecentesche sia nella postura che nella costruzione dell’opera, in “Incroci d’amore” la rappresentazione si fa avvolgere da un impetuoso aggrovigliarsi di fasci di luce e di colore che concorrono a cullare il bimbo protetto dalle braccia della mamma. La mamma resta un tutt’uno, così come deve essere, anche se il parto li ha separati.
Liliana Colleoni ha raggiunto in così pochi anni una tale potenza espressiva che la proietta certamente verso l’Olimpo dell’Arte e degli Artisti. Basta che si presenti con uno dei suoi tanti biglietti da visita quale può essere “Anime in volo” o qualunque altro, per candidarsi a sedere fra le nove Muse di Esiodo.
L’Arte è una linfa che scorre nelle vene di pochi eletti e li rende immortali. Nessuno può modificare questo sangue speciale come nessuno potrà mai accecare gli occhi di chi riesce a vedere quello che i comuni mortali possono solo immaginare.
Liliana Colleoni è l’Arte. L’Arte è radicata dentro il suo cuore, il suo cervello il suo essere, nelle sue mani.
Orazio Vancheri Critico d’Arte