Enzo De Cillis 2001

Non sono pochi coloro i quali riconoscono che oggi si esperimenta l?impossibilità di fondare una estetica oggettiva e che il linguaggio estetologico viene utilizzato per affrontare problemi diversi e parziali, corrispondendo ad interessi culturali soggettivi se non a mode che spesso valgono per l? ?espace d?un matin?. Il soggettivismo, nella fondazione estetica, non equivale ad affermazione della libertà ma è coazione che produce espressioni relative, non verificabili e spesso non condivisibili. Ritengo che il pittore Leonardo Leone stia realizzando un percorso di ricerca estetico-artistico che, mentre è personalissimo, è ?storico? nel senso marxiano, nel senso cioè che la realtà socio-ambientale, condizionando la vita ed il divenire dell?uomo, ne risulta determinata. L?oggettivazione della sua estetica è, quindi, nella collocazione culturale storico-geografica e se ciò può essere considerato un limite, è però il massimo dell?autenticità creativa e produce la più ampia condivisibilità degli assunti. Le opere di Leonardo Leone non sono espressioni per pochi iniziati; non vale, in questo caso, il mito delle sirene il cui canto può essere goduto solo da Ulisse che essendo capo della ciurma ha il potere di rendere sordi gli altri, mentre si fornisce gli strumenti (si fa legare all?albero della nave) per goderne senza esserne travolto dall?esuberanza della bellezza; sono opere per tutti e lo sono nella misura in cui nascono da una cultura condivisa e partecipata da tutti. La pittura del giovane Leonardo Leone non è del genere naturalista o realista, egli prende dall?ambiente nel quale vive gli elementi del lessico degli uomini della sua terra fissando in ciò un punto forte di incontro con essi, ma poi rompe il grigio anonimo dell?impersonalità liberando la creatività con i colori del sogno o con quelli violenti della passione del suo spirito giovane.