Calogero Cordaro
Pulsioni veloci e dinamiche
Le tele di Loredana Curnis vengono fuori e si articolano all'incrocio di una sorta di duello tra
disegno e pittura proprio nell'atto stesso in cui le due dimensioni espressive sembrano
sconfinare sulla base di una prevalente energia pulsionale che si esprime per segni.
In tal modo il colore prevale e va al di là dei confini del disegno che non viene però bloccato
dalla densità della materia pittorica, il che consente una visualizzazione percettiva di natura
immediata, quasi a fissare i termini di una ambiguità immaginifica.
E l'immaginazione è come se diventasse una realtà evidente in se stessa, con l'evidenza della
rivelazione, con le sue stesure sensibili. Osservare i suoi lavori, là dove il linguaggio si
manifesta quasi per affioramenti, è come entrare a cercare le tracce di un percorso iniziato
proprio da una sensazione di curiosità, perché si avverte sensibilmente una specie di ritmo
interno che viene scandito da «pulsioni veloci e dinamiche».
Forse alla radice questo respiro della sua pittura sembra corrispondere al dilatarsi del
pensiero in un confluire di segni e di colori che conferiscono alla tela il senso di una riscoperta
di spazi come luoghi dove si concretizza in certo senso uno slittamento dell'immagine non in
senso metaforico ed allusivo ma come evento che sommuove la stessa superficie pittorica, che
ha un suo personale modulo linguistico, una sua accezione semantica come «regola interna
della pittura». E’ veramente una esperienza che vuole essere solo se stessa, anche quando
l'immagine è come addobbata nei segni geometrici con temi o riferimenti naturalistici. Il
senso della pittura è come un dilatarsi che rifiuta il finito e va avanti, procedendo sulla scorta
dello sguardo, è proprio allora che sia il segno che il colore si fanno più composti, quasi a
diventare strutture ordinate di un processo costruttivo ed organico dell'immagine proprio sul
margine di una indiscussa operazione che vuole andare oltre.
Calogero Cordaro