Franco Torriani

by Franco Torriani

ABSTRACT

In this exhibition, that involves different techniques and media, but where Photography is the chosen tool,

Lorenzo presents a reflection and a production based, among others, on three elements: light, shape, material.

Complex balance between the desire to give shape to light and, as a declaration of intent, to bring out the shape

through the use of light. Shape that emerges, according to the artist, from a mixture between the human species

and nature, between the inside and the outside, between physicality and spirituality.

His analogical photographs and Polaroid prints, are both a presentation of the body and a reflection on the body

and on the identity of the subject.

A hybrid body that, as it appears in these artworks, or rather in their programmed sequence, is a hybrid of

commissions ranging from culture, identity, techniques.

A body that is neither completely natural nor wholly artificial (Bernard Andrieu, in Les avatars du corps).

Through the shape the body emerges from the dark (from the emptiness? Complex concept ...) and the body

itself embodies the shape ....

A research and application of photographic technique, that of Lorenzo, characterized by an experimental and

productive relationship with the new media, as we call it, where the subject is placed gradually in a still image,

suspended into a process of experience and knowledge, of sense construction and perception of reality.

La fotografia ci permise di sfuggire alla nostra immagine allo specchio, probabile, almeno con uno sguardo

storico, che sia condivisibile quella tesi che la considera la prima tecnica moderna con cui fissammo i nostri corpi

in trasformazione continua. Nei suoi rapporti, ondeggianti e talvolta inestricabili con le pratiche artistiche, ad

essa è applicabile, credo, quell'avvertimento che - per l'arte- aveva lanciato Mondrian negli anni del De Stijl,

ovvero che l'arte deve limitarsi a esplicare le relazioni che costituiscono la realtà, insomma, a "non riprodurre".

In un percorso che, per l'occasione coinvolge tecniche e supporti diversi, ma dove la fotografia è lo strumento

d'elezione, Lorenzo presenta una riflessione e una produzione basata, fra altri, su tre elementi portanti: luce,

forma, materia.

Equilibrio complesso fra il desiderio di dare forma alla luce e, come in una dichiarazione d'intenti, far emergere la

forma attraverso l'uso della luce. Forma che emerge, secondo l'artista, da una mescolanza fra specie umana e

natura, fra il dentro e il fuori, tra fisicità e spiritualità.

Le sue fotografie analogiche, le gelatine, gli interventi diretti su stampe polaroid sono sia una presentazione del

corpo che una riflessione sul corpo e sull'identità del soggetto.

Quando si parla di questioni di identità e ridefinizione del corpo, seguendo Paul Ricoeur si può parlare di un

"percorso dell'identità" legato all'azione del riconoscere (identificare) "qualcosa". E' dunque la rottura di una

concezione del mondo come rappresentazione e Ricoeur cita Lévinas e le sue "rovine della rappresentazione"

(Paul Ricoeur, in Parcours de la reconnaissance).

Questo percorso è altresì una ricerca identitaria: "il percorso dell'identità nei suoi scarti".

A mia sensazione, vi è associabile, parafrasando Merleau-Ponty, un rapporto fra corpo e mondo, inteso

quest'ultimo come una stoffa stessa del corpo... (Le monde est l'étoffe me^me du corps).

Un corpo ibrido che, come si presenta in queste opere, o meglio nel loro snodarsi in sequenza programmata, è

un ibrido di commistioni che vanno dalle culture, all'identità, alle tecniche.Un corpo che non è ne interamente naturale, né interamente culturale (Bernard Andrieu, in Les avatars du

corps). Un corpo che, nelle sue immersioni continue - qui l'artista ne propone alcune...- non riesce

necessariamente, ancora Andrieu, a controllare del tutto la dualità di cui è composta la sua unità corporea.

Con la forma il corpo emerge dal buio (dal vuoto? concetto complesso...) ed è il corpo stesso a incarnare la

forma....Che cosa emerge, nel corpo soggetto per effetto dell'immersione, in un ambiente di luce?

Esiste un aspetto poetico in tutto questo? Forse innumerevoli e contrastanti fra loro; bella la sintesi che ne fece

Seurat, affermando che chi vedeva poesia in quello che lui faceva, non si rendeva conto che egli si limitava a

applicare il suo metodo (…"ils voient de la poésie, dans ce que je fais.Non, j'applique ma méthode et c'est tout).

Un ricerca e applicazione di tecnica fotografica, quella di Lorenzo, impregnata da un rapporto sperimentale e

produttivo con i nuovi media, così come li chiamiamo per definizione, dove il soggetto si colloca via via in un

fermo immagine, sospeso per natura, in un processo di esperienza e di conoscenza, di costruzione di senso e di

percezione del reale. Le pratiche artistiche, anche quelle più promiscue con altre discipline, tendono a modellare

la vita. Lo fanno, a mio modo di sentire, anche le scienze, ma questa è un'altra prospettiva dall'attuale.

Nell'insieme, meglio dire nella complessità, credo ci si possa sempre riferire, senza esagerare nella riflessione

filosofica d'altri tempi, a quella che Cassirer indicava come una trasformazione simbolica dell'esperienza.

Franco Torriani