Laura Capuozzo

Angeli 3.0 La figura dell’Angelo, sin dal Medioevo, subì di importanti rivisitazioni artistiche che determinarono molteplici e diffenti iconografie. Parallelamente all'arte, la filosofia in generale e la teologia nello specifico, ma anche la poesia e la letteratura si sono preoccupati di definirne la natura, influendo di conseguenza sul nostro immaginario. Dal Beato Angelico al Botticelli, dal Perugino al Canova, gli artisti hanno quasi sempre offerto un’immagine sì diversificata ma comunque immediatamente riconoscibile delle varie gerarchie celesti, nella maggior parte dei casi per rispondere alle esigenze della committenza che li volle chiari e subito identificabili dai fedeli. La loro è una bellezza incontrastata, che letteralmente prende e avvolge anche chi non è credente, come accade, ad esempio, di fronte agli angeli di Raffaello o di Bernini ed ai loro panneggi perfetti ed i lineamenti eterei. Il fltro dell'arte si è dimostrato, quindi, indispensabile e condizionante per la loro percezione. lorenzoArs, con la serie Angeli 3.0, compie un dislocamento concettuale da una cultura figurativa consodidata verso la creazione di un'iconografia nuova e del tutto personale. I suoi Angeli sono immersi infatti nel flusso della realtà e delle contraddizioni contemporanee. Pur non perdendo la loro essenza di luce e la bellezza che li contraddistingue, essi si "sporcano" con la vita vera e si scontrano con i suoi protagonisti, a tal punto che viene da chiedersi se essi siano ancora esseri superiori. L'artista li ritrae in difficoltà, in alcune opere li contestualizza in un particolari accadimenti della nostra storia recentee, li rende vulnerabili. Scompaiono le pieghe e la sontuosità delle vesti, per far posto ai jeans e a pose dalla forte sensualità. Le donne-angelo di lorenzoArs sono spesso altere, al limite dell'autocompiacimento, ma allo stesso tempo sono ritratte in situzioni di estrema drammaticità sociale. Allo stesso modo, agli angeli-sacerdoti si sostituiscono angeli caduti nel nostro mondo e nella nostra attualità, che neppure nascondono la fatica di fronteggiare ed arginare gli errori, ed orrori, causati dall'uomo. C'è una sottile critica all'umanità, che l'artista trasmette attraverso lo sguardo dei suoi eroi perduti. Tuttavia, i suoi Angeli sono sommersi, provati, ma mai incerti o arrendevoli. La debolezza non è una caratteristica che lorenzoArs concedeloro. Il secondo, ma parallelo, filone di ricerca è quello che riguarda più da vicino la comunicazione 3.0. Troviamo angeli nel substrato urbano e nella realtà notturna che, ad esempio, navigano in rete. C'è un forte contarsto - solo in apparenza contraddittorio - tra emarginazione e connessione, che passa proprio attraverso la comunicazione web, emblema dei troppi contatti virtuali e dei troppo pochi umani. Ne emerge un profondo senso di solitudine e un'importante riflessione sulle relazioni tra individui. Un terzo linguaggio espressivo immerge i corpi celesti nell'astrazione e travolge l'osservatore attraverso l'accesso cromatismo: sono le opere con cui l'artista trova un dialogo con una spiritualità che non è necessriamente legata alla religione, ma si esprime attraverso lo slancio delle figure e l'immediatezza della trattazione pittorica. Lo sforzo creativo di lorenzoArs è stato pertanto quello voler dire qualcosa attraversole sue figure, pur celandone l'aspetto. La luce di cui sono fatti è una massa contaminata, come lo è la società in cui viviamo. L'attualità dei soggetti è enfatizzata da una tecnica pittorica consapevole ed incisiva, fatta di pennellate o spatolate e vestita con tonalità luminose e dense, con corposi e accesi strati materici. L'energia che prende lo spettatore che vi si accosta è tanto drammatica quanto vitale. Per questi motivi la serie è la personificazione dei nostri errori ma anche della nostra forza. La serie ha dunque il grande pregio di stimolare una riflessione in merito ai nostri modelli, attraverso un complesso passaggio pittorico e meditativo, libero da schemi e convenzioni. L.C.
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