Critico Marta Lock (estrapolato)

L'artista di cui vi parlo, pur riconoscendo l'esigenza di porre in dialogo il quadro con l'ambiente esterno attraverso la materia, non prescinde dalla superficie della tela e dalla base cromatica.

L'artista pisana Lucia Pecchia oltrepassa e supera il distacco dalla forma, recuperando così il contatto con il visibile e con la realtà cromatica che appartiene a luoghi e a  paesaggi esistenti o immaginati, mantenendo però una necessaria connessione con la materia, fondamentale per infondere vitalità, movimento e tendenza verso l'esterno, nelle sue coinvolgenti tele.  Il suo stile è sperimentale perché necessita di andare a scoprire di volta in volta oggetti e materiali introducibili nelle sue opere  sulla base del concetto  o del posto in cui colloca le sue riflessioni, i suoi ricordi o semplicemente i suoi sogni; si lascia andare a sensazioni terrene, ai piccoli e semplici piaceri della quotidianità, esplicitando con immediatezza tutto ciò che appartiene all'immaginario comune, a quel desiderio di scoperta dell'inconoscibile dentro cui ciascun essere umano prima o poi si perde.  L'interazione tra colore e materia è totale, completante,  come se l'uno non potesse prescindere dall'altra e l'altra fosse condizione necessaria per dare spessore e consistenza all'immagine generata dalle tonalità scelte dall'artista e funzionali a raccontare il concetto o la sensazione che sente nel momento in cui si lascia andare all'atto creativo.