Dott. Giulio Carloni

[...] Lo stesso avviene per i ritratti, in cui la definizione dei lineamenti lascia trasparire sguardi intensi e parlanti, o invece il tentativo di celare i turbamenti che albergano nel fondo dell’animo.
Persino i paesaggi non sono soltanto raffigurazioni di luoghi: si avverte il calore del primo sole di primavera, la pioggia che bagna i terreni e le coscienze, il vento cui si vorrebbe far disperdere pensieri troppo pesanti per restare nel chiuso del cuore.
L’interiorità della persona resta al centro della composizione, anche quando non vi sono umani raffigurati.
Del resto, Curtarello è così: autodidatta curioso e libero del sapere umanistico, virtuoso della tecnica (è grafico pubblicitario), insofferente a ogni regola di cui non riconosce la validità intrinseca, culturalmente anarchico.

Un poeta visivo, in un certo senso.
Ma, se volete, dite pure che è un digitalpainter.

«A voler usare una definizione corrente, potremmo parlare di digital painting.»

G. Carloni – Giornalista