NAZARENO TREVISANI
Le opere di Luciano Giani creano uno spazio immaginativo allargato.
I quadri astratti sono dei modelli fittizi perché lasciano scorgere una realtà che non potremmo altrimenti vedere né descrivere, ma di cui possiamo ipotizzarne l’esistenza.
Non sono una contraddizione ma l’origine e il destino di ogni immagine. Prima della realtà c’è l’astrazione: se pensiamo al mondo prima del mondo, in mente non ci vengono immagini ma un qualcosa di astratto. Il destino delle immagini , una volta dimenticate, è però ancora quello di ritornare nel nulla astratto da cui provengono.
L’artista toscano dipinge un quadro e non sa in anticipo a cosa assomiglierà, né sa mentre sta dipingendo verso cosa si dirigerà o cosa fare per arrivarci. Dipingere è per lui procedere a tentoni in modo quasi disperato, come una persona indifesa lasciata in un ambiente che non conosce, come uno che ha tutti i mezzi, gli strumenti, le capacità e la voglia di costruire qualcosa di utile, ma che non si rivelerà essere una casa, né una sedia, né qualcos'altro definibile con un nome.
Ma, nonostante questo, continuerà a lavorare nella vaga speranza che mettendo in pratica tutte le sue qualità, arriverà a un risultato corretto e significativo.
Le sue opere ci emozionano, raffigurano artisticamente l’essenza della nostra vita, mostrandoci il mondo mentre passa davanti ai nostri occhi.