Rosario Pinto e Plinio Perilli (2023)

Inserimento nel libro del Prof. Rosario Pinto, volume VI°, della collana editoriale "Tra Tradizione e Innovazione", dal titolo "L'Evoluzione dell'arte moderna tra il XX° e XXI° secolo", a cura dell'Associazione Culturale Napoli Nostra. Il volume sarà archiviato nella Biblioteca Thomas J. Watson del Metropolitan Museum di New York.

Carmine Maccaferri, nella sua ricerca pittorica che nasce su una base di immediata istanza creativa sorgivamente proiettata verso un'esigenza espressiva, privilegia il rapporto immediato con la realtà fenomenica di cui muove a rendere una immagine di appropriata rispondenza al dato della immediatezza visuale del dato. Ciò significa che la pittura di questo artista non si limita a fornire una raffigurazione del vero, costringendosi ad una riproduzione pedissequa della consistenza oggettuale di ciò che costituisce il dato esperenziale, ma si proietta, piuttosto, a produrre una restituzione degli oggetti che possa costituirsi in opportunità di riflessione e di ripensamento per il fruitore.

La 'oggettualità' dell'immagine, insomma, deve essere in grato di fornire spunto di evidenziazione della 'oggettività' del dato e ciò consente di avere accesso ad un universo significazionale che, evidentemente, eccede il dato meramente esperenziale che il contatto con le cose abitualmente garantisce.

Osserveremo, allora, come le opere cui dà corpo la pratica creativa di Maccaferri propongono, al tempo stesso, la raffigurazione di una dato di natura, ma anche la trascrizione in immagine di ciò che la nostra percezione ci consente di cogliere al di la del 'fenomenico', con quell'occhio, cioè, della mente che riesce a leggere le cose al di là del loro aspetto esteriore.

Se noi, poi, consideriamo come il Nostro sappia fornire prove eccellenti nel campo della pittura cosiddetta 'di figura', andando a modellare delle profilature del soggetto umano capaci di svelare i contenuti profondi dell'animo umano e delle pieghe del pensiero, allora avremo un quadro più completo della personalità di questo artista.

Non a caso, e proprio su questo aspetto specifico della pittura di Maccaferri, la critica ha ritenuto opportuno marcare l'attenzione argomentativa, sottolineando, ad esempio, come fa Plinio Perilli, che sono "belli e caldi i colori, sempre vivaci e lieti dell'esistere, che alternano pose e momenti intensi a pause dolcemente erotiche, o soggetti di forte tempra e afflato spirituale.

C'è da aggiungere che il nostro artista sembra portare con sè qualcosa di molto antico, una sorte di impermanenza ancestrale che sembra discendere direttamente dalle antiche scaturigini di una dimensione lontana, addirittura di marca preromana, come quella, ad esempio, che caratterizzava le culture figurative dell'Italia appenninica delle terre meridionali.

Questa carica 'antica' diventa ispirazione preterintenzionale, evidentemente, nella pittura del Nostro, frutto di un patrimonio, che sembra essersi sedimentato nel corso dei secoli avendo sempre capacità, comunque di rinnovarsi secondo la scansione dei tempi.

Ed è proprio questo ciò che apprezziamo nella pittura di Maccaferri: questa sua capacità di essere vivamente contemporaneo pur senza rinunciare ad una sorta di legame antico, che sotterraneamente si lascia avvertire costituendosi in privilegio di qualità e di intensità contenutistica.

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