Marica Petti
Ecco Adria giovane pittrice toscana, come lei stessa afferma i suoi lavori sono l’espressione dei suoi sentimenti delle esperienze vissute. Miscela le sue passioni come la fotografia e la pittura unendoli con il collage… .. Questo mix rappresenta il meglio per esprimersi ….
“...i miei quadri nascono dall'amore che provo per l'arte e la vita e darli via per me è grosso distacco..…”
Adria
Opere ricche d’intensità, di tutto ciò che si può contenere. Un quadro che vibra, dove le figure si confondono con i mille pensieri rimanendo però sempre vive. Si viaggia alla continua scoperta: ricerca di colori, luci, di cercare di impadronirsi di ogni attimo. Le luci e colori dosati attraverso un turbinio di imput dati dal mondo esterno. Riscattare se stesso in quel gesto pittorico, che porta alla rappresentazione del buco nero che inghiotte l’uomo.
Tutto in un certo senso ha un doppio, il concetto dell’astratto e del suo figurativo, si cerca di elaborare, di comprendere il colore nelle sfumature della vita e l’immagine è il catalizzatore che permette di vedere il vuoto, il silenzio del se stesso. Si ritaglia la realtà per imprigionarlo: ogni volto, ogni corpo rappresentato è come sospeso nel vuoto, pronto a riempirsi di tutti quei imput esposti in collage ma nello stesso tempo quel qualcosa di organico e tattile che ricerca la propria coscienza e la forza per esprimere la sua esistenza. Un ermetismo che si disintegra nel tempo, in emozioni negli stracci dell’essere immortalato.
Il rapporto del corpo che quasi si dissolve per entrare nel gioco di macchia astratta, le linee che rimangono pure quasi a sfumarsi, il bianco che si dissolve in una intangibilità ascetica, immagini che escono dal quadro come se fossero ombre, sagome per comprendere il mondo.L’evoluzione del pensiero, il parlare per comprendere: quindi linguaggi diversi di esperienze pittoriche. Una connessione non solo interpersonale ma anche con il sociale il mondo che si rispecchia nel quadro. Un puzzle che ricompone in un certo senso le sensazioni e la vita vissuta nel collettivo. La sfera dei ricordi e del se, si rapportano nel tempo per capire l’altro. Si seleziona e si unisce l’informe alla forma per segnare e tracciare una cartografia moderna, solchi, tranelli, artificiosità di immagine rubate al mondo che si fondano nella percezione di un gesto pittorico, intenso, della precaria esistenza. Una sorta di involucro, come in una prigionia, scale su scale, un labirinto dove siamo rinchiusi stretti senza via di uscita. Gli stessi colori accessi rendono l’immersione di quel mondo, l’equilibrio della struttura ci porta a non allontanarci da essa ma bensì a continuare a scoprire ogni suo piccolo dettaglio quasi in modo invadente. Anche nel bianco e nel nero, troviamo il rosso che spezza la composizione o il bianco che può confondere velando i contorni di ciò che circonda. Ecco infatti volti che fuoriescono da uno sfondo blu sembra quasi ghiaccio millenario, dove nel dietro in trasparenza si vede dell’altro … in alcuni momenti sembra dire : niente è come sembra ….
Scenari quotidiani a volte urbani, a volte notturni come locali, qui convivono i nuovi simboli gli eroi trasformati e idealizzati dalla collettività, che l’artista ritaglia e strappa per inserirli in un contesto non convenzionale. Fotografia, supporto e pennello, colorano il suo stato d’animo e la sua interiorità. Cromatismo in stesure di colore come la libertà di lettura della vita. Si gioca con le linee in una geometria raffinata: nell’interno e nell’esterno si costruisce un quadro che viene indossato alla perfezione. Il quadro tende a catturare l’occhio per cercare di farlo suo, inghiottirlo nel suo mondo come se, oltre che farsi guardare in modo sfacciato volesse catturare le sensazioni e le illusioni dell’occhio dell’uomo comune. Una ricerca stilistica sconfinata alternando i toni ideali, dai più caldi ai più freddi, dal desiderio di rinascita e affermazione libero da ogni sfogo in sfumature e trasparenze del vedere al di sotto dell’apparenza una rappresentazione scenografica, dove convive in essa la luce e la speranza ma anche il dramma che il quadro stesso ogni tanto incarna in luoghi mentali.