Dott. Antonio Castellana

Quella di Marco Bagatin è una pittura che presenta le mappe di un personaggio interiore, un atlante dissecato, riarso con mappali di terre scabre, deserte, con strane improvvise e diffuse luminescenze, quasi nebbie crepuscolari rischiarate dall’interno da luci segrete, con l’esplosione di cretti prodotti da un arsura non meno interiore, non meno sotterranea in un continuo rimandare tra superficie del visibile, dell’apparenza e un sottosuolo che si intuisce, che preme, che forza, pronto ad esplodere, ad eruttare, le cui gallerie, i cui cunicoli, le cui vie nascoste non si possono che intuire o meglio che presagire. Le vere vie, i fiumi come arterie e vene, le correnti sono al di sotto di questa crosta che è anche però pelle martoriata, ustionata, ulcerata, scorza butterata, graffiata, rinsecchita quasi corteccia scarnificata. 

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