G.L. Biagini Gazzoli
… Marco Calcagni ha dissipato le nubi colorate di una cromaticità semigratuita che aleggiava sui suoi quardi e da cui emergevano nuclei compatti di segni e materia (le Venezie) per occupare, ora, l'intera superficie della tela con costrutti di significato e condensando le potenzialità del suo passato, etereo colore, in solidi oggettuali. Va notato come, in Calcagni, si sia trattato effettivamente di scelta, non essendo univoca la soluzione che a lui si presentava tra il vecchio e il nuovo ma comportando, quest'ultimo almeno, una variante altrettanto plausibile, quella appunto dell'esplosione dei nuclei verso eleganze e virtuosismi astratti.
G.L. Biagini Gazzoli