Martino Casalini

Quando sono andato a trovarlo mi hanno colpito, prima di tutto, i suoi modi signorili e calmi, e poi, l’ordine dell’ambiente in cui svolge il suo lavoro di pittore e di grafico. Si iscrive all’Istituto Statale d’arte di Oristano, per i primi tre anni, fino a quando, poi, non gli viene assegnata una borsa di studio. Come si vede la sua passione per il disegno e l’arte era qualcosa di serio e profondo e non una cosa passeggera. Dopo aver conseguito il diploma di maestro d’arte, decide di continuare anche con il biennio successivo concludendo, nel 1975, con il secondo diploma più completo di Maturità d’Arte applicata- sezione legno. Ricorda con piacere gli insegnanti di quegli anni che furono Ezildo Sitzia e Antonio Mura, ex allievo di Stanys Dessì.
Nel 1976 arriva il servizio militare e, con sua gioia, viene mandato a Siena e Firenze, dove l’arte è pane quotidiano e può così gustare da vicino tanti capolavori, molti dei quali furono per anni, oggetto di studio nelle ore dedicate alla storia dell’Arte studiata attraverso i libri di testo all’Istituto Statale d’Arte. Successivamente, nel 1981, insieme agli amici Angelo Corrias, Mirko Mudadu, Antonino Pilloni e Fernando Marrocu, mettono su il Gruppo Artistico Sangavinese, un gruppo a scopo culturale con l’obiettivo di curare insieme, il proprio aggiornamento culturale ed artistico, andare a visitare le mostre più importanti, sensibilizzare il paese all’amore e la cultura dell’arte attraverso l’allestimento di periodiche mostre collettive di pittura scultura e grafica a San Gavino Monreale. E, dacchè il gruppo esiste, anche se con fatica, esso è riuscito a organizzare e dare attuazione a varie iniziative artistiche importanti. I soggetti di Pascalis sono espressi con un certo pessimismo, poiché tale è un po’ la sua concezione della vita, che non è stata senza prove, talvolta dure, e molti sacrifici. Inoltre è particolarmente sensibile alla condizione di infelicità e di emarginazione di tanti uomini e donne , oggi, dovuto a leggi ingiuste, a violenze varie ecc. Da ragazzino i disegni erano più tenebrosi, scheletrici e scarni; i profili delle figure più alterati. Non riesce ancora a vedere ciò che c’è di bello nella vita, se non a momenti. I suoi primi dipinti ad olio risalgono al 1973 circa.

La pittura per Pascalis è un modo per comunicare, perciò al fondo dei suoi lavori c’è sempre un messaggio. Un invito a riflettere sul dolore degli altri. In alcuni suoi quadri sono presenti “uomini-roccia”, così li definisce lui, e che sono suscettibili di una duplice interpretazione: a) uomini con il cuore indurito e alieno dai bisogni degli altri; b) una concezione della realtà in cui gli uomini, gli animali,  le piante e ciò che, secondo lui, è solo apparentemente inanimato, come la roccia, la terra e la pietra, sono legati da una comune vitalità. Aleggia in questi suoi quadri una visione pampsichistica della realtà; visione che si accentua soprattutto nelle sue grafiche di genere surrealista, quando la roccia, e le piante diventano quasi sinistramente viventi, tirando fuori  mani o piedi con artigli, quasi a giudicare della disumanità dell’uomo che, una volta smarrita la propria identità, anziché rappresentare la vetta di una evoluzione, s’involve fino al punto di ritornare alla pietra.
Gli è caro anche il tema religioso, soprattutto quello della passione di Cristo. Riesce a distendersi e a rilassarsi quando descrive case e oggetti antichi, impolverati, perché consentano alla sua fantasia di giocare quasi a indovinare chi, e come visse in quelle case e chi, e come ha usato quegli oggetti (una vecchia sella, una bisaccia , un attrezzo ormai in disuso da anni e altro). Ma là ove riesce ad esprimersi meglio e anche a riscaldarsi di più è nella grafica, dove ricompare la sua originaria passione per il disegno, arricchita di esperienza e di estro genuino. Le sue grafiche di solito sono acquarellate. Predilige i colori freddi; però di recente si è orientato verso colori più caldi, ma l’uso dei colori è destinato ad evolversi ancora col tempo. Nei suoi paesaggi non inserisce mai la figura umana. Ha fatto diverse mostre personali ed ha partecipato a numerose collettive di grafica e pittura. Considerato che ha fatto la sua prima mostra collettiva nel 1972 e la prima mostra personale nel 1976, c’è da sperare che ne faccia tante altre ancora e dia tante cose belle.