Dott. Patti Alfio
Passionalità e tenacia trapelano dai lavori della giovane alcamese, Maria Signorino, alla sua prima mostra di pittura personale. Laureatasi all'Accademia di Belle Arti e di Restauro di San Martino delle Scale Abadir, con specializzazione in restauro pittorico, Maria Signorino mette in risalto l'ossimoro e le contraddizioni che c'è tra la vita e la morte.
Anche quando dipinge la morte, infatti, il classico e universale teschio, traspare vitalità. In quell'immagine del teschio più che la morte si vede il dilemma e il mistero della vita,
l'imperscrutabile, l'ignoto. E' più inquietante invece la "linguaccia" che è più diabolico, c'è il mistero della follia, dell'osceno che spesso noi teniamo soffocato nel più profondo del nostro io.
Il suo neorealismo, moderno e contemporaneo, invece, appare nel quadro della bancarella dell'extracomunitario. Anche qui, nonostante il back ground di miseria che accompagna questi nuovi migranti, appare una grande voglia di vivere e di lottare.
La sua femminilità, invece, esplode nei quadri dei fiori in tutta la sua potenza e gioventù. Ad inaugurare la sua mostra, per la prima volta a Catania (le sue esperienze vanno dal Castello di Alcamo agli anfratti di Scopello) sarà il pittore Turi Privitera, artista siciliano di spessore che ha dipinto il suo tempo e la sua Sicilia. "La mia meta - spiega la giovane artista alcamese - non è la mimesi delle cose, ma uno svisceramento della materia, forse alterandola, ai fini di divenire puro spirito per svincolarla così da ogni nostro ragionamento meccanizzato; dalla routine della quotidianità che ci allontana ogni giorno sempre di più dalla nostra originale essenza".
A cura del dott. Alfio Patti