Sergio Gentilini
Marina Crisafio è indiscutibilmente interprete della nostra attualità. Molti autori lo sono in senso descrittivo, ma non introspettivo come invece è lei. L'interpretazione dei conflitti sociali, ambientali, economici contemporanei passa attraverso il suo filtro lirico e lo strumento iconografico privilegiato è il simbolo. O meglio, i simboli, perchè Marina Crisafio ne usa davvero tanti! La natura diventa un albero dirompente, ma anche fiori delicati sembrano sofferti ed al tempo stesso pieni di speranza come personaggi viventi; un cielo terso è libertà e spiritualità, un drago è una creatura solo in apparenza fantastica, emblema di energia e sete di giustizia. Anche il suo cromatismo è coadiuvante indispensabile nel simbolismo, con le armonie o i contrasti che rafforzano e raccontano i soggetti. Nella storia dell'arte abbiamo già visto e goduto del magico potere dei simboli, come nella minuziosa pittura fiamminga, ma nelle opere di Marina Crisafio i simboli sono personali, liberi e fantasiosi, pur senza nulla togliere all'efficacia dei contenuti. In pratica ciò che nella pittura fiamminga era facilmente decodificabile attraverso una articolata ma ferrea legenda seicentesca universale, quindi attraverso un codice univoco non interpretabile arbitrariamente, ma prestabilito, per cui ad esempio l'immagine del cagnolino corrispondeva alla fedeltà coniugale, nei lavori di Marina Crisafio ogni simbolo è integralmente personale e ciononostante trasmette, e qui sta la sua grande forza ed efficacia, la stessa emozione negli spettatori. Naturalmente emozioni diverse a seconda dei soggetti, come speranza, dubbio, serenità. Attraverso le sue opere Marina Crisafio comunica in maniera personale e allo stesso tempo universale, pur non servendosi di alcun codice iconografico, ma solo della propria sensibilità, e, visti i risultati, ci sembra una scelta appropriata.