luigi tallarico

Un pittore romano Mario Agugiaro ha lanciato un manifesto teorico chiamato “Grumatica” e ha contemporaneamente esposto le sue opere a Palazzo Farnese di Caprarola con il Patrocinio della Sovraintendenza delle Belle Arti,

a conferma dei dettami non soltanto teorici e dottrinari del manifesto operativo. Da qui la traduzione della tensione molecolare di un oggetto in una nuova FORMA, attraverso l’aggregazione dei grumi (donde il nome di

Grumatica) fuori dalla loro originaria unità e coesione. La presentazione in catalogo di Calzavacca rileva che le opere, oltre a mettere in evidenza un riferimento iconologico del surrealismo, conservano anche un residuo

naturalistico nell’aggregazione dei grumi. Senonchè mentre le ‘linee di captazione psicologica’ che agiscono sulle parti del TUTTO, scomposto e ricomposto ( e perciò riproponibile dal fruitore) negano l’automatismo e

l’onirismo surreali, proponendo semmai ill bisogno di scomposizione e compenetrazione dell’INTERNO-ESTERNO delle linee di forza Boccioniane, il naturalismo dei grumi non è residuo ma mantiene la sua forza di

significazione del reale, mai abbandonata proprio perché ‘scansione oggettiva’ e non ‘automatismo inconscio’. Se abbiamo ben capito i grumi dell’arte grumaria sono le parti scomposte del tutto e anelano a una ricostruzione (da

qui l’aiuto richiesto al fruitore) dopo la deflagrazione del cubismo e la dinamica del futurismo. Ansia di unità nella realtà, dunque, e non identificazione di una dissimulazione inconscia. Luigi Tallarico

…Mario Agugiaro dà filo da torcere all’intuizione dell’osservato