Francesco Federico

Proveniente dai luoghi dove nel XV secolo è nata la pittura fiamminga e olandese, solca l'Ottocento e rasenta il Novecento

MARION FERNHOUT, OVVERO L'IMPRESSIONISMO "D'UN VIAGGIO TERRENO"

Retrospettiva della Pittrice olandese di Puttershoek  a Villa Niscemi in Palermo dal 29 novembre al 4 dicembre 2014

Personalità eclettica, cantante, attrice protagonista teatrale, Marion Fernhout, si cimenta anche nell' espressione pittorica. La ricerca stilistica e tematica svela la sua necessità di valori luminosi, che amabilmente richiamano il naturalismo di Gustav Courbet, l'atmosfera lirica dei paesaggi di J.B. Corot, e in modo originale trasudano e sono ravvisabili gli elementi figurativi mediterranei coinvolti dalle tonalità cromatiche  particolari "Paesaggi siciliani" (1981). Altre opere pittoriche, come gli innumerevoli viventi raffinati fiori e alcuni espressivi volti femminili tendono a configurare forme quasi astratte: nell' opera, dal titolo: "Tutt'uno" (1990) affronta il tema della necessaria definibile identità femminile. I1 suo Impressionismo configura l'incisiva fusione tra gli oggetti e gli ampi spazi avvolgenti, e ci dona la mitezza delle sue  inconsce rif1essioni "Rivelazione" (1998), equilibrate forme che non si strutturano dal disegno analitico, ma in modo raro dal suo esserci con il suo soggettivo universo sensibile, dal suo voler accentuare il dissolversi e il ricomporsi delle liriche visioni plastiche "Paesaggi Olandesi" (1984), dal suo linguaggio di percettivi vettori direzionali che rendono movimento alle sue composizioni "Barche a Mondello" (1982) e altri lavori, che apparentemente vivono la loro sonnolenza e la loro staticità, ed esprimono compositiva compattezza dei volumi ricreati dalle proprie vibrazioni interiori. Bisogna precisare che Marion, proviene dai luoghi dove nel XV secolo è nata la pittura fiamminga e olandese: nelle Fiandre la presenza di Jan van Eyck e altri maestri successivi come Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel il Vecchio, che non posero al centro del mondo l'uomo ma tutti gli elementi del creato. Ed ancora possiamo dire che ella si è nutrita di quegli approdi e di quelle feconde parentele con artisti come Rembrandt e Vermeer, e altri grandi olandesi come Vincent van Gogh, e nel nostro secolo ha collaborato con Maarten Krabbè, Toon de Haas e Jan Frenken. Tra gli artisti del XV secolo preferisco inserire il nostro Antonello da Messina, presente nel secolo della Scuola Fiorentina di Masaccio, anche lui di Scuola Fiamminga per la descrizione luminosa e accurata di lutti gli elementi realisti, e tra gli impressionisti siciliani includiamo il monrealese Antonino Lèto (1844-1913). In Marion, la sostanza spirituale della luce è l'elemento che unifica la scena rappresentata, e coinvolge direttamente in modo illusorio lo spettatore con più punti di fuga. Il suo lavoro mnemonico e immaginativo, a ritroso rivisita e ricrea i luoghi boschivi e paesisti della sua adolescenza, e della sua maturità per brevi periodi nella città di Palermo, con il marito Michelangelo Verso, notevole cantante lirico amico di Beniamino Gigli e di altri grandissimi musicisti. La pittrice olandese è un positivo esempio dì continuità creati va, con gli impressionisti come Thèodore Rousseau della Scuola di Barbizon vicino a Fontainebleau, e con il gruppo di pittori olandesi che si riunirono in Oosterbeek nel 1850, come Anton Mauve. Il suo lavoro, oltre il nostro difficile quotidiano disarmonico, racconta i luoghi incantevoli del suo viaggio terreno, con la raffinata tecnica del complementarismo dei colori, e del gioco lumeggiante degli innumerevoli stati d'animo, compreso il ritrovarsi coinvolta da una Natura stupefacente, che lei scomponeva e ricomponeva con felicità plastica e cromatica, davvero lungimirante come comunicazione universale donata a noi insaziabili fruitori. Grazie a Michelangelo Verso Jr, figlio d'arte che 'riporta' a Palermo le tele della madre. Grazie Marion!

Francesco Federico


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