dot. Simone Fappanni

le opere di quest?eclettica artista, eseguite sia a olio che ad acquerello, risultano estremamente

intriganti proprio perché rivelano quell?alternarsi ciclico di inverno ,autunno, primavera ed estate che determina quei mutamenti, visivi e concettuali, presenti nella sua tavolozza. I colori delle quattro stagionisono un tema ricorrente nella produzione della pittrice bresciana, che sa agilmente spaziare dalle atmosfere rabbrividenti di certi inverni padani,

in cui la neve sembra ricoprire tutto e tutti con un manto soffice ed avvolgente in grado di celare qualsiasi cosaalla vista, se non i profili delle case e degli alberi più alti, a deliziosi scenari primaverili, ammantati da un?atmosfera quasi bucolica, con figure che ?abitano? questi scorci che paiono davvero incontaminati. In tutto ciò, la cifra temporale si distende in maniera estremamente puntuale, senza cioè forzature, sia dal punto di vista immaginativo che pigmentale. Maria Grazia, infatti, è in grado di controllare in maniera davvero ragguardevole lo svolgersi delle tinte all?interno dell?immagine che intende raffigurare, offrendone una visione che, spesso, si anima mediante una notazione lirica veramente importante e suggestiva. Tornano alla mente le parole di Karl Clark, che nel suo volume intitolato ?Il paesaggio nell?arte?, edito da Garzanti, sostiene che «la pittura di paesaggio segna le tappe della nostra concezione dellanatura». Quella di Marniga è una sorta di prossimità affettiva nei confronti di tutto ciò che compone ?l?universo verde?, che viene sondato con passione e trasporto secondo il segno e il colore, offrendone mille sfumature nelle quali è facile edestremamente gradevole perdersi ad libitum.

 Aveva ragione Vincent Van Gogh: «Ciò che è drammatico in un paesaggio è quello che ci fa provare un certo non so che, qualcosa che ci fa commuovere; espone la natura in un momento e in una forma tali, che si può andare verso di lei senza compagnia, completamente soli». Una solitudine che diventa motivo, nel caso delle opere dell?artista bresciana, per assaporare, lontano dal frastuono metropolitano, profumi e sapori dall?aria antica, da recuperare e riprendere senza mai stancarsi. Oltre che alla pittura di paesaggio, Maria Grazia ama dipingere figure, singole e in piccoli gruppi. Ne escono ritratti ben equilibrati e proporzionati, sia dal punto di vista anatomico che espressivo, tanto da risultare estremamente piacevoli. Si vedano, a titolo esemplificativo, i lavori intitolati ?Miriam? e ?La quiete?.